Il sindaco Giuliano Pisapia difende luomo con la pistola che in quel terribile corteo del 14 maggio 1977, sparò ad altezza duomo contro i poliziotti («un principio costituzionale, quello del reinserimento dei condannati») «Portavamo le armi alle manifestazioni ed io ero il capo di quella struttura: di quello che accadde io porto tutta la responsabilità». Quel giorno «erano entrate in azione quattro calibro 7.65: una non fu mai individuata; unaltra era in mano a Maurizio Azzolini». Una era di Enrico Pasini Gatti. Ma fu quella di Mario Ferrandi a uccidere il poliziotto Antonio Custra, come lo stesso Ferrandi raccontò nel 1997 in una terribile intervista al Giornale per rispondere al disperato appello di Antonia, la figlia di Custra che di sé sempre al Giornale aveva detto «nata senza papà e cresciuta già morta».
A lei lo Stato assegnò prima un posto da spazzina e poi la divisa da poliziotta. Sicuramente meglio è andata ad Azzolini che è stato promosso capo di gabinetto del vice sindaco Maria Grazia Guida. Riccardo De Corato: «Per un ex terrorista di destra, Pisapia avrebbe invocato la Costituzione?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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