ANCHE MONTI LO BACCHETTA

Non si sono incontrati e neppure visti. Matteo Renzi è arrivato al Forum Ambrosetti quando Enrico Letta aveva già lasciato Cernobbio. Nessun clangore di spade, anche se nella mattinata l'ex premier, parlando con i giornalisti dopo il suo intervento, non aveva risparmiato qualche stoccata al suo successore. «Oggi abbiamo condizioni macroeconomiche esterne che ci siamo sognati da dieci anni a aquesta parte: il prezzo del petrolio basso, il cambio tra l'euro e il dollaro favorevole all'export e i tassi d'interesse bassi - ha spiegato Letta - Per anni abbiamo sperato che si realizzasse almeno una di queste condizioni, ora ci sono tutte e tre». Quindi Palazzo Chigi non ha alcun merito, il fortunato premier di oggi è solo fortunello. Ma anche il predecessore di Letta, Mario Monti, senza citare Renzi ha scagliato le sue frecciatine.

L'ex premier tecnico, lodando la Merkel che prende decisioni strategiche senza badare ai sondaggi, ha criticato altri leader europei (ogni riferimento al Matteo nostrano è casuale) che invece «esplorano sempre l'opinione pubblica avendo solo in mente le scadenze elettorali».

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