Elezioni politiche 2022

"Non pensi di paracadutare...". Nel Pd esplode la fronda contro Letta

Bonaccini mette i paletti sulle liste e sulla linea politica del segretario. E non nega di volersi candidare per sostituirlo

"Non pensi di paracadutare...". Nel Pd esplode la fronda contro Letta

È iniziato il congresso del Pd per mandare a casa Enrico Letta. Ha le ore contate il segretario richiamato dalla Francia a sostituire Zingaretti. Per formare il governo Draghi serviva rompere con la linea netta portata avanti dal Pd durante e dopo il Conte bis, quando la parola d’ordine dei dem era “o Conte o morte”. E il caprio espiatorio per tutti è stato Zingaretti, che dopo aver dato le dimissioni dichiarò “prima tutte le correnti mi hanno spinto verso i 5 stelle, poi quando è caduto mi sono girato e non c’era più nessuno”. Tant’è che persino Andrea Orlando, dopo aver detto che non avrebbe appoggiato nessun governo dopo Conte, “neppure se presieduto da Superman”, si è ritrovato Ministro nel governo Draghi.

Letta, nominato segretario senza congresso, ha traghettato il partito nel passaggio dalla subalternità all’indipendenza dai 5 stelle. Passaggio raggiunto senza rinnegare le tesi grilline, piuttosto facendole proprie. Il risultato però, ancor prima del risultato elettorale, è stato fallimentare. Tant’è che prima ha rotto il campo largo su cui il Pd aveva costruito tutte le politiche degli ultimi anni dal governo Conte bis fino alla vittoria delle amministrative, poi ha rotto con Calenda, e alla fine si è ritrovato a rinunciare alla vocazione maggioritaria per imbarcare contenitori senza voti come i partiti di Bonelli, Fratoianni e Bonino. Ha preso anche uno schiaffo da sindaci e governatori a cui aveva chiesto di candidarsi nelle politiche, e non ha nessuno della società civile cui offrire il diritto di tribuna avendo spartito gli uninominali col cancelli tra i partiti anziché cercare candidati forti per vincere nei collegi col sistemi maggioritario.

Ma i problemi più grossi li avrà per la formazione delle liste.

Proprio su questo punto ha subito puntato i piedi Stefano Bonaccini, il più acclarato candidato alla segreteria del Pd dopo Letta. “Dalla segreteria nazionale non pensino di candidare nei territori i paracadutati”, ha sbottato Bonaccini in tv. A chi ha fatto notare che con questa frase si dava ufficialmente il via al congresso Pd, Bonaccini su twitter ha risposto “sono abituato a pretendere che le cose si facciano bene. Perché nel territorio ci sono dalla mattina alla notte. Mettendoci sempre la faccia. Pretendo facciano così tutti. Si chiama serietà per la campagna elettorale. Il congresso c’entra come i cavoli a merenda”. Ma poi sollecitato sulla segreteria non ha negato di volersi candidare, ma solo che “non è ancora cominciata la campagna elettorale”.

In una intervista al Resto del Carlino, ha ribadito il messaggio a Letta contro i candidati catapultati nei territori: “I collegi sono tutti contendibili, le roccaforti e i fortini non esistono più da tempo. Avere canditati autorevoli, forti e radicati è decisivo. Ecco perché al mio partito non deve nemmeno venire in mente di paracadutare nei territori figure che non siano rappresentative e competitive. Altrimenti, con una coalizione più stretta e candidati calati dall'alto la battaglia sarebbe persa in partenza. E invece dobbiamo scommettere nella vittoria: meglio scontentare i capi-corrente che perdere il voto dei cittadini. Magari aprendosi alla società civile e puntando su chi ha dimostrato di saper raccogliere i voti da sindaco”.

Ma oltre a mettere i paletti sulla formazione delle liste, Bonaccini detta anche la linea politica anticipando l’accusa al segretario sull’annunciata sconfitta: “o si fa un'alleanza tecnica con tutti per battere la destra, senza un programma condiviso se non quello di resistere al nemico; o un progetto politico per l'Italia. II primo schema non mi ha mai convinto, meglio avanzare proposte per l'Italia e gli italiani, partendo dalle cose su cui era impegnato Draghi e andando oltre…Non ho mai pensato che si potesse delegare a qualcun altro innovazione, modernizzazione, giustizia sociale o ambiente. Sono istanze che deve affrontare anzitutto il Pd, alleandosi naturalmente con chi ci sta”.

La relazione di Bonaccini per la candidatura alla segreteria del Pd è pronta, che sia iniziata o meno la campagna elettorale per il congresso.

Resta solo da vedere se sarà candidatura unitaria o ci saranno altri contendenti, ovvero se la spartizione tra le correnti la fanno prima o dopo il congresso, con o senza i cinesi e le due euro per le primarie.

Commenti