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"Riesumano Ciampolillo...": cosa accadrà in Aula col Ddl Zan

Il Pd gioca d'azzardo, ma vince in ogni caso, sia se passa il Ddl Zan sia se viene affossato. In questo caso, darà la colpa a Renzi e Salvini e salverà la faccia sia dinanzi al Vaticano sia dinanzi ai Ferragnez

"Riesumano Ciampolillo...": la battaglia sul Ddl Zan

“Andiamo in Aula, dalla commissione Giustizia, e incrociamo le dita”. Alla fine, Alessandro Zan ha dettato la linea a tutto il Pd che si prepara a giocare una partita d'azzardo sul ddl contro la transomofobia.

"Calendarizzato il #DdlZan. Quindi vuol dire che #iVotiCiSono. Allora, in trasparenza e assumendosi ognuno le sue responsabilità, andiamo avanti e approviamolo", esulta su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta. I giallorossi, infatti, hanno respinto la mediazione proposta da Italia Viva, pur sapendo che il provvedimento potrebbe non avere i numeri. “Le defezioni saranno almeno una dozzina, tra Pd e M5S”, conferma a ilGiornale.it una fonte proveniente dalla maggioranza di governo che aggiunge: “I pentastellati sono spaccatissimi. Stanno esplodendo e non possono certo garantire nulla, figuriamoci la compattezza sul Ddl Zan”. Insomma, il centrosinistra sta per rivivere il film già visto durante la fine del governo giallorosso quando i dem hanno assecondato la linea del prendere o lasciare che, all'epoca, si declinava con il refrain “O Conte o voto”. Alla fine, sappiamo tutti molto bene com'è andata a finire. E la cosa curiosa è che gli attori sono gli stessi. Il senatore Riccardo Nencini, presidente del Psi, in un tweet, ha già puntualizzato:"Ho votato poco fa per calendarizzare il ddl Zan fin dalla prossima settimana. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia erano per il rinvio. Resta il merito. Continuo a ritenere che l'art. 4 debba essere modificato. È quello dove la libertà di opinione viene messa a rischio. I socialisti non possono consentirlo". Ma non solo. “Hanno riesumato persino Lello Ciampolillo...”, commentano alcuni senatori riferendosi al collega ex M5S che votò quasi a tempo scaduto e che ieri si è espresso a difesa del ddl Zan. “Non hanno i numeri. È proprio come durante la crisi del governo quando dicevano 'o Conte o morte'”, ribadiscono fonti parlamentari di Palazzo Madama.

“La verità è che il Pd sta giocando una partita win-win. Va in Aula, incrociando le dita e sperando che il ddl Zan ottenga la maggioranza. Se passa avrà vinto, ma se non passasse potrà sempre incolpare i due Matteo, Renzi e Salvini”, ci spiegano le nostre fonti. “Letta sa di non avere i numeri e, se perde, farà contento sia il Vaticano che non vuole la legge sia Fedez e la Ferragni che spingono per approvarla perché avrà dimostrato di non aver ceduto a Renzi”, ci spiegano i nostri contatti. Sulla carta, infatti, i giallorossi, includendo anche i 17 voti di Italia Viva, avrebbero la maggioranza, ma indipendentemente da come voteranno i renziani, sia il Pd sia il M5S sanno che “il problema è al loro interno”. Ma non solo. Il centrodestra, senza modifiche, farà le barricate. Calderoli è convinto che, stavolta, non servirà neppure il suo arcinoto algoritmo. “Bastano quattro emendamenti, ma fatti bene”, dice il senatore leghista.

Insomma, tra cattolici del Pd silenti e dissenzienti, femministe scettiche e gli inevitabili 'franchi tiratori' che, per un motivo o per un altro, spuntano sempre fuori durante i voti segreti sembra davvero un azzardo andare in Aula sperando di essere salvati dai senatori a vita o dai Ciampolillo di turno.

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