Emergenza immigrazione, ora Renzi pensa ai rimpatri

Decine di migliaia di immigrati a zonzo per l'Italia. Le stazioni ferroviarie delle principali città italiane assediate dai clandestini, i centri di prima accoglienza al collasso, i Comuni in rivolta contro un Viminale che, anziché respingere l'onda d'urto, continua ad accogliere. L'emergenza immigrazione è scoppiata nelle mani di Matteo Renzi che, oltre a chiedere alle opposizioni di "non istigare la paura" non sa trovare una soluzione. Anche perché a Bruxelles il braccio di ferro sul piano Juncker sembra vedere sconfitti i Paesi, come l'Italia, che puntano a smistare il carico dei clandestini.

Renzi pensa al piano B. Dovesse trovarsi senza l'appoggio dell'Unione europea, ha già concordato con il ministro dell'Interno Angelino Alfano di rivedere la politica di gestione dell’immigrazione, a partire dal sistema di accoglienza degli immigrati che, aldilà che siano profughi o meno, vengono accolti a bracci a aperte smistati in giro per il Paese. Da tempo, infatti, la stessa Unione spingono preme perché l'Italia si adotti di centri chiusi. Se Renzi dovesse cedere a questa richiesta, sarebbe una svolta (obbligata) che porterebbe l'Italia a un controllo più serrato dei disperati che ogni settimana sbarcano a migliaia sulle nostre coste. Controllo che, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, verrebbe accompagnato da una più efficace azione di rimpatrio di quanti non hanno diritto di asilo. Come ha spiegati il ministro britannico Theresa May durante una recente riunione, quelli che arrivano in Europa non sono profughi, ma "migranti economici". Sono clandestini, insomma, non irregolari. Per capirci: in Italia i "migranti economici" rappresentano il 60% di quelli che sbarcano.

Al Viminale stanno già studiando un meccanismo di rimpatri "più veloce" che, però, dovranno essere subordinati a un sostegno economico ai Paesi che collaborano.