Politica

Un eroe che combattè l'ideologia

La risposta di Indro Montanelli alla lettera di un lettore

Un eroe che combattè l'ideologia

Egregio signor Belardo, secondo lei, dunque, io avrei citato De Felice tra gli italiani meritevoli (...)(...) del laticlavio a vita soltanto per compiacere un amico, e un «barone» dell'establishment culturale: e la mia mancata risposta alla sua prima lettera avrebbe una inequivocabile impronta «mafiosa», dimostrerebbe cioè che anch'io sono coinvolto in giuochi di potere, di omertà e di clientele. Forse lei ignora - ma le sarebbe stato facile immaginarlo - che ogni giorno la posta inonda il Giornale con centinaia di lettere, e che esigenze di spazio e di tempo impediscono di pubblicarle tutte, e ancor più di commentarle. I lettori intelligenti - la cui attenzione e le cui opinioni sono sempre utili - questo l'hanno capito. Lei no, ed è passato alla calunnia, alla villania, e al meschino ricatto: se non rispondi, vuol dire che sai d'aver sbagliato, e hai paura degli argomenti di Belardo Giuseppe.Ci mancherebbe altro. Si tenga pure le sue opinioni, ma sappia che non stanno in piedi. Per concorde riconoscimento di tutti gli storici italiani la monumentale biografia mussoliniana di De Felice è la più completa, accurata, e documentata che sia stata stampata nel mondo. In quella miniera tutti coloro che del fascismo si sono occupati, dopo la pubblicazione dei primi volumi, hanno attinto a piene mani: tra i tutti includo anche me e Cervi, nei volumi dell'Italia Littoria, e dell'Italia dell'Asse. Le pagine di De Felice non sono una lettura amena, sono il frutto di una ricerca assidua e implacabile, e sacrificano senza esitazioni il bello stile e la scorrevolezza del racconto alla precisione e alla completezza: la forma alla sostanza. È un merito, per chi voglia fare opera (necessaria) di ricerca, e non opera (altrettanto necessaria) di divulgazione. Questo scrupolo documentario è stato sorretto da una cristallina obbiettività. Quella che lei chiama la «idea centrale» di De Felice non è una idea prefabbricata, ma un bilancio di fatti. Con un coraggio che oggi appare facile, ma che venti o dieci anni or sono era eroico, De Felice ha dato e negato a Mussolini e al fascismo tutto ciò che riteneva fosse giusto concedere e togliere. Così facendo, non demonizzò Mussolini in tempi nei quali per i carrieristi era d'obbligo farlo, e le solite Vestali dell'antifascismo si stracciarono le vesti pretendendo che gli fosse tolta, per reato di imparzialità (secondo loro di filofascismo), la cattedra universitaria. L'Italia, e anche il mondo culturale italiano si nutrono di conformismo, di insinuazioni, di scomuniche ideologiche. Impavido, De Felice è passato attraverso questi frangenti, non curandosene, in nome della Storia con la S maiuscola.

Ecco perché lo ritengo degno di tutti i riconoscimenti, compreso, se fosse il caso, quello di senatore a vita.Indro Montanelli

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