Londra C'è chi non si rassegna. Sono passati ormai più di venti mesi da quel 23 giugno 2016 che vide i sostenitori dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea imporsi a sorpresa in uno storico referendum. Il governo conservatore guidato da Theresa May è impegnato in un sofferto negoziato con Bruxelles per definire i termini del divorzio, ma c'è ancora chi spera che un secondo referendum possa essere non solo tenuto ma anche vinto da chi vorrebbe azzerare tutto e ricondurre Londra all'interno dell'Ue. Best for Britain, uno dei gruppi di pressione anti Brexit, intende presentare un ricorso all'Alta Corte britannica per costringere il governo a indire un referendum nel quale i cittadini si pronuncino sull'eventuale accordo tra Londra e Bruxelles per l'uscita dall'Ue.
Secondo Best for Britain e altri gruppi, il trattato per la Brexit «emenda o sostituisce» i trattati siglati con l'Ue e quindi dovrebbe essere soggetto a quanto previsto dallo European Union Act, la legge del 2011 che introdusse un «obbligo referendario» per tutte le leggi di maggiore impatto sul rapporto tra Regno Unito e Unione Europea.
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