Un tweet potrebbe inguaiare Donald Trump, che della comunicazione sul social network ha fato un suo punto di forza, e trascinarlo nell'inchiesta sul Russiagate con un'accusa potenzialmente da impeachment: ostruzione alla giustizia. Rimasto finora sempre silente sulla notizia-bomba che il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, aveva ammesso di aver mentito all'Fbi sui suoi contatti con i russi, sabato ha cambiato linea, ma così facendo potrebbe essersi dato la zappa sul piede. Su Twitter ha infatti scritto che Flynn non aveva «nulla da nascondere», lasciando intendere che sapeva che il generale aveva mentito all'Fbi quando lo ha licenziato. «L'ho dovuto licenziare perchè aveva mentito al vicepresidente e all'Fbi. Si è dichiarato colpevole di quelle menzogne. È una vergogna perchè le sue azioni mentre faceva parte della squadra di transizione erano legali. Non c'era nulla da nascondere». Trump dimentica dunque che mai in precedenza aveva ammesso di sapere delle menzogne di Flynn ai federali.
Intanto una serie di e-mail rivelate dal «New York Times», smentiscono la versione della Casa Bianca secondo la quale Flynn aveva agito di testa sua quando ha contattato l'ambasciatore russo a Washington Sergey Kislyak.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.