Il premier mette a rischio la sopravvivenza del turismo romagnolo

Penso che i costi che il Nord, e noi tutti in special modo, saremo chiamati a pagare, saranno più alti dei 10 miliardi di euro da tutti paventati. Il turismo balneare dell’Emilia Romagna riceverà una mazzata insopportabile da due provvedimenti contenuti nella Finanziaria: l’aumento dei contributi sull’apprendistato e l’introduzione dell’imposta di soggiorno. È risaputo che il turismo romagnolo sta vivendo momenti difficili: le imprese hanno ridotto i prezzi all’osso e faticano sempre più a trovare clienti e personale. La costa romagnola non ha gli ampi margini di guadagno di altre più fortunate località: sopravvive nella speranza di un cambio di tendenza, di un colpo d’ala improvviso. Negli ultimi anni, invece, sono calati arrivi e presenze ed è diminuito drasticamente il numero delle strutture ricettive mentre la qualificazione del personale è sempre più approssimativa. A calare è, quindi, la qualità dell’offerta turistica ed il guadagno delle imprese.

Quale albergatore potrà permettersi di gravare i prezzi dei 5 euro per persona al giorno dell’imposta di soggiorno? E chi assumerà più apprendisti se costeranno come un normale dipendente? La conseguenza immediata dell’applicazione di queste assurde normative sarà la chiusura di tanti piccoli e medi alberghi con tutto l’indotto collegato.

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