«Preoccupati noi? No, altri devono esserlo»

nostro inviato al Nürburgring

Si doveva parlare solo di gara, di vittorie sfuggite per un soffio, ma davanti a monsieur Jean Todt c’era un plotone di giornalisti britannici ansiosi per il futuro del patrio squadrone. Per cui l’incontro è iniziato parlando di pioggia e sorpassi e ha avuto persino il suo momento ilare quando Todt è stato costretto a commentare Schumi che premiava il nemico che più nemico non si può: mister Ron Dennis, quale proprietario del team vincitore. «Come mi sono sentito? Diciamo che avrei preferito vedere Michael consegnare il premio a un ferrarista, e, comunque, ho sofferto di più quando ho visto Raikkonen ritirarsi e Massa perdere all’ultimo una corsa fantastica».
Quindi il quesito molto spy: «Non faccio commenti, giovedì c’è l’audizione a Parigi».

Gli chiedono: ma non è preoccupato per le indiscrezioni sul memoriale del tecnico McLaren? L’Alta corte aveva detto che nulla doveva trapelare (e Dennis ha insinuato che le indiscrezioni sono uscite dalla Ferrari, ndr)? «Penso – ha concluso Todt – che altri debbano essere preoccupati per quel che hanno fatto».

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