Prestigiacomo «Il piano dell’Italia non cambierà, strutture più sicure»

Non si sottovaluta ciò che sta avvenendo in Giappone, ma si va avanti sul nucleare. L’Italia - ha spiegato ieri a Bruxelles il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo - segue «con sgomento e preoccupazione» i drammatici avvenimenti in Giappone, «ma non cambia la linea del governo rispetto al rientro nel sistema nucleare europeo». Il ministro ha poi sottolineato che il fatto che l’Italia debba ricominciare da zero è un vantaggio dal punto di vista della sicurezza, perché si potranno usare le tecnologie più avanzate nelle nuove centrali. Ma il dibattito politico è dominato dal «pro-contro nucleare». «Stiamo parlando di un paese con un rischio sismico elevatissimo - sottolinea il ministro degli Esteri Frattini - e di centrali nucleari che hanno un’età di alcuni decenni e non sono di ultimissima generazione e che malgrado un disastro di magnitudo 9 della scala richter non sono esplose».

Ma Nichi Vendola e Umberto Guidoni di Sinistra ecologia libertà annunciano per oggi un sit-in a Montecitorio, per chiedere il blocco del piano del governo. «Il referendum nucleare è una possibilità unica per fermare il pericoloso piano nucleare del governo» incalza Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

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