Due punti segnano il distacco tra Dario Fo e Bruno Ferrante: 43 contro 45 per cento (lo afferma il premio Nobel). Due punti percentuali che tradotti in valori assoluti sono un pugno di voti. E mentre Fo sogna di conquistare le primarie del 29 gennaio, «ultima mia follia per rendere la mia città più vivibile», lex prefetto sta valutando la possibilità di abbandonare la corsa per la conquista di Palazzo Marino. Letterina di commiato dallUnione se alle primarie non stravince e, in quel caso, ai suoi supporter non resta altro che chiedere a Filippo Penati di scendere in campo. Soluzione demergenza per chi considera Fo alla stregua di un disturbatore, di un indesiderato. E la riprova sta nelle repliche dei Ds a Rifondazione comunista: «Ferrante è il candidato che meglio rappresenta una nuova fase per il governo della città e che meglio può unire la coalizione di centrosinistra».
Messaggio inequivocabile per Fo e i suoi supporter colpevoli di reclamare la presenza di Ferrante ai dibattiti e ai confronti, «ormai siamo abituati a giocare a scopa col morto». E il «morto» assiste in silenzio a questi ultimi venti giorni di campagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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