Processo bis Khodorkovsky: «Medvedev sta con me»

Al via tra polemiche e proteste, dentro e fuori dall’aula, il processo Yukos 2 a Mikhail Khodorkovsky, nemico giurato del premier Vladimir Putin. Un banco di prova per la giustizia russa e per l’immagine di “garante” del liberalismo acquisita dal presidente Dmitri Medvedev in Occidente. Mentre la Russia è afflitta dalla crisi e non si può permettere l’isolamento internazionale sulla questione dei diritti. L’ex patron di Yukos alla vigilia dell’udienza ha detto di aver visto a Mosca «segnali positivi di cambiamenti istituzionali», compresa «la visione della giustizia come una branca separata del potere». E il team di avvocati della difesa, guidata da Bob Amsterdam, dichiara in un briefing che «il presidente della Federazione Russa» Medvedev, in base alle ultime dichiarazioni sul rispetto dei diritti umani «ha dimostrato di essere dalla nostra parte». E per Khodorkovsky «l’unica opportunità di dimostrare la verità è di affrontare un processo».

Mentre per quanto riguarda la strategia scelta dai legali, «intendiamo - dicono gli avvocati - andare avanti e dimostrare in maniera anche aggressiva le contraddizioni delle accuse». Khodorkovsky e il suo socio Platon Lebedev sono accusati di appropriazione indebita e di riciclaggio.

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