Procura di Milano, due «incidenti» quasi probatori

Caro Granzotto, le suggerisco, in tema di crociate berlusconiche della procura di Milano, due episodi pregnanti relativi alla predetta procura. Alludo all’incomparabile cd che si ruppe cadendo a terra e che conteneva la registrazione del colloquio in un bar romano tra giudice e avvocato, dei quali non ricordo i nomi e al contratto preliminare «senza data certa» che un brillante fu procuratore aggiunto di Milano rintracciò, usufruendo dell’aiuto di una provvidenziale cugina che lavorava presso una banca dotata (la cugina, non la banca) di un’eccezionale memoria. Il primo episodio dovrebbe riguardare una altrettanto incomparabile procuratrice di Milano, certa Ilda, purtroppo non ricordo il cognome; il secondo, se non erro, il compagno, d’acciaio, o al titanio, Greganti e D’Ambrosio che ora, oltre che con la modesta pensione di procuratore, manteniamo anche con i quasi altrettanto modesti emolumenti di senatore.
Verona

Accolgo il suo invito, caro Stegagno, perché le due vicende possono tranquillamente annoverarsi fra le cose mirabili della giustizia di rito ambrosiano ed è giusto che se ne perpetui il ricordo. Specie di questi tempi. La storia del cd - il disco utilizzato per la memorizzazione, in formato digitale, di informazioni - risale al 1996. Esso conteneva la traccia registrata di una conversazione tenutasi al bar Mandara di Roma fra Renato Squillante e Francesco Misiani: la prova sovrana, a sentire i piemme, del coinvolgimento dell’onorevole Previti - stiamo parlando del processo Sme - in loschi affari. Ne esisteva ovviamente una copia diciamo così di lavoro, ma si scoprì che era stata manipolata ad arte. Da qui la richiesta di produrre quella originale. Negata, perché il cd era malauguratamente finito in pezzi in circostanze ginnico-gravitazionali. Con la seguente dinamica: sfuggito dalle mani del funzionario che per conto della Procura lo stava riponendo nella custodia, esso precipitò (effetto gravitazionale). Per evitare che toccasse terra, dove comunque non avrebbe subito danni, il funzionario lo acchiappò al volo serrandolo tra le ginocchia (effetto ginnico), ma con tale forza da frangere il prezioso manufatto in più parti. Sorprendente. Tanto che volli ripetere in via sperimentale l’accaduto e darne conto ai lettori. Questi i risultati: lasciare cadere il cd e coglierlo fra - non sulle: fra - le gambe, se ti dice bene capita una volta su un milione. Stringendolo con molta forza fra le ginocchia, poi, il cd si rompe sì, ma in due. Mai e poi mai in più parti.
La seconda mirabilia risale a Tangentopoli: Primo Greganti, funzionario del Pci e quindi del Pds, si trovò a dover indicare la destinazione di una barca di soldi ricevuti da Lorenzo Panzavolta, manager della Ferruzzi. Tangenti destinate al partito? Nemmeno per sogno, rispose il compagno G. Soldi miei («Panzavolta non mi chiese nulla in cambio del danaro, mi disse: ne faccia quello che vuole». Babbo Natale, insomma). Invece pareva proprio il contrario e cioè che quei soldi fossero finiti, per le consuete vie sghembe, nelle casse del Pds, cosa che imbarazzava assai la Procura milanese, fermamente convinta che le mani della sinistra fossero sempre e comunque immacolate. Ma ecco che a due giorni dall’autorizzazione a procedere avviene il miracolo: dandosi una pacca sulla fronte Greganti si ricordò d’aver sganciato oltre un miliarduccio e mezzo per l’acquisto di un appartamento.

La prova? Anche lì un miracolo: un preliminare di vendita - in fotocopia! - scovato fra le carte del Monte dei Paschi, banca non del tutto sconosciuta alle gerarchie del Pds. E con quella provvidenziale fotocopia il capitolo mazzette ai compagni si chiuse. In bellezza.
Paolo Granzotto

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