Prodi Cassandra. Del giorno dopo

Da Professore a profeta, il passo è breve. L’ex premier Romano Prodi, anziché fare il nonno, si è messo in testa un’idea meravigliosa: predire il passato, fare la Cassandra del giorno dopo. Insomma, blaterare «ve l’avevo detto io, ve l’avevo detto io...» come una moto parlante, terrificante personaggio dei cartoni animati anni Ottanta. L’altro giorno ha bofonchiato che su Pomigliano, «Sergio Marchionne lancia le stesse urla che lanciavamo noi all’Iri, poi non se n’è più parlato». Pensare che Prodi urli è già strano, pensare che trent’anni fa avesse previsto il caos Fiat, l’avanzata dei cinesi e la doppia crisi petrolifera-ambientale, è francamente bizzarro. Sarà. Sarà che anche sullo stallo nell’Expo Prodi aveva capito tutto. A Repubblica assicura: «Milano la spuntò su Smirne grazie ad un grande gioco di squadra del sistema Italia.

Che poi però è saltato». Perché? Semplice: a lui non hanno detto più nulla. «Molti di quelli che ci avevano dato il voto a Parigi mi chiedevano preoccupati che cosa stesse succedendo. Poi non se n’è più parlato». Ah, ecco...

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