La Provincia taglia la paga ai consiglieri e al Pd saltano i nervi

«Una miseria - tuona il vicecapogruppo in Provincia Roberto Caputo -. Così la politica potranno farla soltanto i ricchi, i nullafacenti e i furbetti. O magari chi ruba». Il Pd si ribella al taglio degli stipendi per i consiglieri. Prima l’attacco del capogruppo in Comune Pierfrancesco Majorino che minaccia di non ricandidarsi, ora l’annuncio di una marcia sulla prefettura dei consiglieri guidati da Caputo. Fino a oggi un consigliere provinciale tra aula e commissioni riusciva a raggiungere i 1.400-1.500 euro al mese. Oggi si passa a un’identità calcolata su un quinto dello stipendio del presidente della Provincia già decurtato del 10 per cento. Tra i 700 e i 900 euro. «Come prevedibile - ha protestato ieri Caputo in aula - parlamentari, deputati europei, consiglieri regionali e grand commis di Stato non si sono toccati gli emolumenti». A protestare anche il presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei.

«Attenzione, è giusto aggredire i costi della politica, ma non quelli della democrazia. Non si può pensare che sia a costo zero, qui si prendono decisioni per miliardi di euro e non penso sia il caso che a farlo siano solo degli sfaccendati».

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