Quanto è buona la brutta anguilla

Graziano Pozzetto, sempre sospeso tra Romagna e Marche, è uno dei gastronomi più seri e quindi preparati d’Italia. Il suo primo titolo risale al 1990 ed era un inno al Fricandò romagnolo, l’ultimo ci arriva grazie all’editore Panozzo di Rimini, 0541.24580, panozzoeditore.com, con il quale ha già firmato altri sei volumi. Dopo aver celebrato il Formaggio di fossa (c’è ancora? la domanda provocatoria e amara), lo scalogno di Romagna, la salama da sugo ferrarese, la buona cucina del latte, la piadina romagnola e infine lo squacquerone, eccolo deliziarci (ma altri non la pensano così) con L’Anguilla.

Il libro si apre con una conversazione con Tonino Guerra per passare poi alle caratteristiche biologiche di un pesce che ha una brutta immagine, si fa respingere perché viscida e bisciosa, con carni molto grasse che richiedono a chi la intende cucinare una profonda sua conoscenza. Non siamo ai pesciolini fritti in un amen. Dell’anguilla Pozzetto ci spiega tutto, luoghi e saperi fino alle ricette che la sublimano in ogni angolo d’Italia.

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