Referendum: se vince il sì i Poli saranno costretti a collaborare

Come giustamente osserva anche Sergio Romano, una vittoria del no al referendum costituzionale lascerebbe irrisolto il nodo delle riforme, ormai tecnicamente irrinunciabili, che verrebbero rimandate alle calende greche. Anche nell’ipotesi che si riesca a dare vita a una nuova assemblea costituente, questa avrebbe le stesse probabilità di riuscita delle precedenti, e forse qualcuna in meno, visto che il Centrodestra, estremamente penalizzato a livello istituzionale ed espropriato di tutto, non ha alcun motivo per fare sconti ed essere conciliante.
La vittoria del sì costringerebbe Centrosinistra e Centrodestra (che solo in tale ipotesi risulterebbe motivato e disponibile a uno sforzo di convergenza) a elaborare, sulla base di una più larga condivisione, una riforma della riforma appena approvata.

Mi sembra questa, se non si vuole indulgere troppo all’ingenuità, l’unica via praticabile per delle riforme che, essendo necessarie, devono trovare la più ampia condivisione; una vittoria del no equivarrebbe a una pietra tombale.
Omar Valentini - Salò (Brescia)

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