La ricchezza dei Paesi arabi non attira gli immigrati

Il problema dell’immigrazione è sempre presente in Italia, anzi in continuo aumento. Mentre gli africani e gli est-europei non hanno grossi problemi a integrarsi, gli immigrati di fede islamica difficilmente si integrano nella nostra società (dovremmo farlo noi, ci dicono i vari soloni del politically-correct), riducendosi in pratica a fare una vita qualitativamente molto misera, che si riduce al lavoro e poi all’isolamento, quando non sfocia in episodi di violenza familiare. Se noi prendiamo la carta geografica dell’Asia vediamo che al nord ci sono dei Paesi, di religione musulmana, che si possono annoverare tra i più ricchi del mondo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati arabi, ecc...).

Ora io chiedo: come mai un poveraccio iracheno, pakistano o afghano che decide di andare via dal suo Paese cerca lavoro nel mondo degli infedeli invece che più comodamente cercare ospitalità e lavoro nei Paesi fratelli dove potrebbe vivere felicemente secondo i dettami del proprio credo religioso? Non vorrei pensare che una parte degli islamici si riempia frequentemente la bocca col termine «fratelli musulmani», ma quando è il momento di dimostrarlo di fatto, da fratelli vengono retrocessi a straccioni da cacciare.

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