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Rifiuti pericolosi nascosti nelle cave: dodici in manette

Riciclavano rifiuti pericolosi in strade e cave nei pressi di Treviso, dopo averli trasformati in residui apparentemente innocui. A svelare le operazioni illecite sono stati il nucleo ecologico dei carabinieri di Treviso che hanno portato a termine l’operazione «Cagliostro», dal nome del controverso avventuriero settecentesco che si vantava di aver scoperto la pietra filosofale con cui fabbricare l'oro dagli altri metalli, ma in questo caso le capacità alchimistiche servivano solo per alterare le caratteristiche chimico-fisiche dei rifiuti speciali pericolosi per trasformarli in residui apparentemente innocui, certificati da analisi chimiche false. Le operazioni hanno coinvolto 8 regioni, portando stamani all'arresto di 12 persone e alla denuncia di altre 29, oltre che al sequestro di 194 automezzi e di 6 impianti di trattamento rifiuti per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro.
Fulcro dell'organizzazione la ditta «Eco.Arena Spa» di Bussolengo (Verona) che, secondo gli investigatori, gestiva in prima persona le trasformazioni per il declassamento dei rifiuti attraverso trasformazioni chimico-fisiche, le analisi chimiche truccate e l'emissione di false documentazioni.

In carcere sono finiti, tra gli altri, l'amministratore delegato Maurizio Centenaro, 48 anni di Vigevano (Pavia) e il dipendente Pietro Maria Vezzani, 56 anni di Milano.

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