Rimase cieca dopo plastica alle palpebre

(...) Da una clinica a cinque stelle come la Madonnina si poteva pretendere un’igiene ben maggiore. Ma ancora più sbalorditivo è quanto avviene nei giorni successivi, quando la signora inizia ad accorgersi che qualcosa non va. I medici che l’hanno operata sono via per il weekend. La dottoressa che la visita sbaglia platealmente diagnosi e invece di un antibiotico le inietta del cortisone, un farmaco noto per spalancare la porta alle infezioni. Quando alla Madonnina cominciano a capirci qualcosa, le danno gli antibiotici sbagliati e in dosaggio insufficiente. E quando infine si decidono ad operarla, non fanno l’unica cosa che può ancora salvarle la vista, cioè amputarle le palpebre ormai devastate dall’infezione.
Se Chiara avesse accettato di convivere con i segni del tempo tutto ciò non sarebbe accaduto.

Ma questo, dice il suo avvocato Giuseppe Pezzotta, non giustifica in nulla la faciloneria di chi l’ha privata della vista. «Sulle conseguenze di quel che è accaduto - testimonia De Lalla - manca persino letteratura medica: perché sono stati commessi errori così gravi che la scienza non li ha mai nemmeno presi in considerazione».

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