Ripresa Tra le tante insidie spunta la «finta» deflazione

Fra le tante trappole che insidiano gli esili segnali di fine caduta per l’economia, c’è anche il rischio deflazione. Non perché la deflazione sia alle viste (specialmente in Europa non ci sono prospettive di questo genere), ma in quanto il forte calo dell’inflazione atteso per metà anno potrebbe indurre operatori e famiglie a «scambiare» dati statistici per ribassi effettivi dei prezzi. Già a marzo l’indice armonizzato Ue dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,6%, e nei mesi successivi quella cifra si avvicinerà allo zero. Sia Banca d’Italia sia Bce si aspettano che a inizio estate gli indici dei prezzi possano scendere a zero, fondamentalmente per un fatto statistico visto che il boom del petrolio è stato toccato in giugno e luglio, con effetti forti sull’inflazione. Per gli Usa si prevede addirittura un -2% verso fine estate.

Il rischio è che, con l’inflazione a zero, o addirittura sotto lo zero, le famiglie decidano di posporre gli acquisti facendo conto su futuri ribassi. Un comportamento che ritarderebbe l’uscita dalla crisi negli, Usa ma anche in Europa.

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