LA RISPOSTA

Le sanzioni contro il petrolio iraniano non servono a niente, è solo «guerra psicologica»: siamo in grado di vendere sui mercati asiatici il greggio che gli europei non vogliono più acquistare da noi. Così ieri si è espresso Rostan Qasemi, il ministro iraniano del Petrolio, che ha anche assicurato che «le sanzioni petrolifere non hanno avuto alcun effetto sullo sviluppo dell’industria del settore e non ne avranno alcuno in futuro». Questo perchè gli europei compravano il 18 per cento del greggio iraniano, una quota modesta che potrà essere ricollocata in Cina, India, Giappone e Corea.
Affermazioni molto ottimistiche, che sembrano però smentite dai dati dell’Agenzia internazionale dell’Energia (Aie), secondo cui da gennaio le esportazioni iraniane di petrolio sono calate di almeno un terzo.

Il petrolio conta da solo per l’80 per cento delle esportazioni di Teheran e assicura al governo la metà delle risorse necessarie allo Stato. Ieri sera il presidente americano Obama ha plaudito alle sanzioni decise dall’Unione Europea.

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