Il rumore nelle città sintomo di una nuova barbarie

Puntualmente anche quest’estate si caratterizza per una miscela infernale di rumori che imperversano di giorno e di notte nelle nostre città. Non esiste requie per chi è raggiunto da immissioni rumorose intollerabili prodotte dalle più svariate fonti. In particolare i rumori rivelano la speciale capacità dell’uomo di ignorare i diritti degli altri e di affermare il proprio primato non solo mediante l’uso degli strumenti sonori ma anche alzando la voce nelle conversazione e nei dibattiti. Questa nuova barbarie mostra la frantumazione del vincolo sociale, l’incapacità d’ascolto del nostro prossimo, una tragica forma d’insopportabilità del silenzio.
Sta emergendo una centralità della parola che elimina gli spazi della contemplazione e della meditazione. Il silenzio è un ornamento della parola, la nutre di significati e di sfumature.

A teatro, nella musica e nella vita le pause di silenzio danno valore, forza e respiro alle parole e ai suoni. Si potrebbe pensare a un nuovo compito della scuola, a un impegno degli insegnanti e dei genitori di comunicare ai giovani il valore del silenzio quale rimedio per riscattare la parola.

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