Gerusalemme. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha superato ieri in Parlamento una mozione di sfiducia, la prima dopo il ritiro da Gaza. Alcune ore prima, parlando in Parlamento, il premier aveva ribadito il proprio appoggio alla «road map», che prevede uno Stato palestinese accanto a quello di Israele. Sharon aveva inoltre affermato di volere ampliare le colonie ebraiche in Cisgiordania e nel Golan: «I piani di sviluppo del mio governo comprendono non soltanto la Galilea (Cisgiordania, ndr), il Negev e Gerusalemme, ma anche la valle del Giordano e laltopiano del Golan». Una dichiarazione che rende più difficile il compito del presidente palestinese Abu Mazen, impegnato nelle trattative della «road map».
Acqua al mulino degli oppositori arabi di Abu Mazen anche dallannuncio di Sharon di volere proseguire con determinazione la costruzione della «barriera di sicurezza» (nota come il Muro) che dividerà lo Stato ebraico dalla Cisgiordania.
La politica del premier di Gerusalemme viene comunque considerata nefasta dagli estremisti di destra israeliani. Carmi Gillon, un ex capo degli 007 di Israele, ha detto di temere per la vita del capo del governo.
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