Roma. «È uno schiaffo a Giovanni Paolo II». Gianni Gennari, teologo e giornalista, già sacerdote del clero di Roma poi sposatosi dopo aver ottenuto la dispensa di Wojtyla grazie allintervento dellallora cardinale Ratzinger, non trattiene le lacrime alla notizia del ritiro della scomunica. E non sono lacrime di gioia.
Perché questa reazione?
«Quella di oggi è una tragedia, una sconfitta per la Chiesa. Sono deluso, sbalordito, scandalizzato, amareggiato».
Ma si tratta di un passo di riconciliazione e misericordia
«Non so come le cose siano state spiegate al Papa, ma qui la misericordia centra poco. La misericordia si usa con chi si pente. I lefebvriani non si sono mai pentiti. Per quarantanni hanno parlato di papi bastardi e di messa bastarda. Si ritengono i depositari della vera dottrina cattolica e anche ora sono orgogliosi delle loro posizioni, credono che sia la Chiesa a essersi riconciliata con loro, non il contrario».
La revoca della scomunica non significa piena unità, è stato spiegato.
«Questo mi ridà un po di speranza. Ci vuole un chiarimento. Ci vuole un documento preciso nel quale sia chiesto ai quattro vescovi il pieno riconoscimento del Concilio e dei suoi documenti».
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