Sprechi Le Asl sbagliano a comprare i farmaci: lo Stato perde 1,5 miliardi

Un «enorme spreco di denaro pubblico», con un maggiore esborso per oltre 1,5 miliardi di euro a carico del servizio sanitario nazionale per la mancata attuazione delle misure di contenimento della spesa farmaceutica. La scoperta è stata fatta dalla Guardia di finanza attraverso controlli nei confronti di 165 Asl di 19 regioni. Si tratta di farmaci destinati a garantire la continuità delle cure programmate dall’ospedale per pazienti cronici, ovvero bisognevoli di particolari terapie periodiche, come nei trapiantati d’organo, nei malati oncologici, nei diabetici e che devono essere costantemente controllati. Gli ospedali e le Asl, fin dal 2001, possono acquistare questi farmaci direttamente dalle case farmaceutiche con uno sconto del 50%. Per la distribuzione dei preparati, poi, è prevista una duplice via e cioè «diretta» tramite ospedali ed Asl, e «diretta per conto» tramite farmacie convenzionate, che ricevono però solo un aggio.

Ciò nonostante è emerso che la distribuzione dei farmaci PH-T, nel periodo dal 2004 al 2008, è avvenuta, in larga parte, mediante il rimborso delle farmacie. In pratica, il mancato ricorso alla modalità di distribuzione «diretta pura» per i farmaci PH-T ha causato una maggiore spesa pari a 1.515.655 euro.

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