La stanza di Mario Cervi

La parola «traditore» non ha senso in politica. I mutamenti di schieramento, con qualsiasi motivazione, ci sono sempre stati e sempre ci saranno. D’Annunzio, che sedeva sui banchi della Destra, a un certo punto lasciò il suo scranno e si avviò teatralmente verso i Socialisti dicendo, da Vate in servizio permanente, «Vado verso la vita!». Poi naturalmente tornò vicino al fascismo. E così continua la storia. Berlusconi lo sa, ma deve dire il contrario per questione di voti. Altrimenti non avrebbe nominato addirittura «portavoce» del suo partito il «traditore» Capezzone. Più lampante di così, non vi pare? E così anche quando dice, scandalizzato: «Vogliono il mio posto». Il suo posto? È il seggiolone del presidente del Consiglio pro tempore su cui si sono avvicendati, nei decenni, centinaia di fondi di pantaloni di tutti i colori...

Forse non ha le idee chiare su cosa è la politica, quella sorta di temporanea amministrazione delle proprietà altrui con la periodica presentazione dei preventivi e dei consuntivi per la necessaria approvazione dell’assemblea dei diretti interessati e per la conferma o la revoca dell’incaricato. Ma forse sa benissimo anche questo. Sempre questione di voti.
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