La stanza di Mario Cervi

Caro Cervi,
solitamente condivido ed apprezzo quello che Lei va scrivendo sulla recente storia d’Italia, ma la teoria che fu l’armistizio a salvare l’Italia dalla distruzione, come ho letto nella «Stanza», mi lascia perplesso. Intanto distinguerei tra armistizio (sospensione di ostilità tra belligeranti, concordata fra i contendenti che tuttavia mantengono autonomia e sovranità) e resa senza condizioni. L’otto settembre fu una vera e propria resa senza condizioni. Con la quale l’Italia accettava di offrire, mani e piedi legati, il ventre molle alla spada dei vincitori... Che poi la resa abbia evitato il peggio (cioè la totale distruzione come è avvenuto per la Germania, il vero zoccolo duro da schiacciare), contrasta con la giusta convinzione degli alleati che solo la distruzione della Germania avrebbe potuto abbreviare la guerra, mentre la distruzione dell’Italia avrebbe avuto solo conseguenze marginali.

Comunque illuminante in proposito quanto scritto da Benedetto Croce nel 1943, a pag. 29 del suo Taccuini di guerra: «Quando c’è la guerra non c’è altra possibilità né altro dovere che cercare di vincerla». Altro che armistizio o peggio ancora resa senza condizioni!
Ivrea

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