La stanza di Mario Cervi

Caro Cervi, ci vuole una forte dose di faccia tosta e di faziosità, quella della lettrice - il Giornale 1/3/2011 - e la sua purtroppo, nell’avallare come «spaventosa tragedia familiare» quella che colpì Adelaide Cairoli, nobile settentrionale, a cui furon rapiti, nella tragedia risorgimentale, i figli. Rapiti nel senso di morti. La contessa poi in modo osceno e menzognero definisce il Papato «la negazione di ogni bene» riecheggiando le cialtronissime lettere di Gladstone su Napoli e le carceri borboniche. Cialtronissime e false. Intanto è da chiedere alla signora, e lo dico con sommo rispetto, chi mai spinse i suoi figli ad arruolarsi nelle file garibaldine per quell’impresa che eroica non fu ma solo azione terroristica.

E poi: spaventosa tragedia solo per lei? E le povere madri del Sud alle quali furono tolti i figli, e avviati nei lager piemontesi, e le figlie, deflorate e uccise dai bersaglieri di Melegari? La signora Cairoli non pensò anche a quel dolore? E gli incendi, e le retate di Cialdini davanti ai cui crimini impallidisce financo l’eccidio nazista di Marzabotto?
Roma

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