Egregio Dr. Cervi, sono il nipote di Camillo Peano (capo di Gabinetto, ministro dei Lavori Pubblici e del Tesoro e, soprattutto, grande amico di Giovanni Giolitti), destinatario della lettera del «Caro Peano» e del «parecchio» da Lei citata nella Sua recente risposta al lettore Toriaco. Penso sia interessante sapere che nella lettera (di cui Le allego copia e che è stata a suo tempo donata da mio padre allArchivio di Stato) non cè lespressione «Caro Peano», ma «Caro amico», né «parecchio» ma «molto». La modifica fu decisa dal direttore de La Tribuna, Olindo Malagodi, il quale, nel pubblicarla, ritenne opportuno far sapere chi era lamico e che «parecchio» fosse meno impegnativo di «molto».
Quindi la feroce lotta politica che si scatenò a seguito di tale pubblicazione fra neutralisti e interventisti fu basata su un falso. E, visti i risultati del nostro intervento in guerra, mi sembra che il buon Giolitti non avesse tutti i torti nel sostenere le proprie ragioni.Cervignano del Friuli (Udine)
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