Stati Uniti La disoccupazione sale al 9,1%

Fino all’ultimo trimestre dello scorso anno, l’America poteva ben sperare di tornare ai livelli pre-crisi in poco tempo. Il 2011 ha invece rimescolato le carte, e dal mazzo è uscita l’incertezza. Con una crescita stentata (appena l’1,8% tra gennaio e marzo), è quanto meno difficile pensare di risolvere il rebus della disoccupazione. Soprattutto se le strutture federali continuano a tagliare personale allo scopo di contenere i debiti. Così, per quanto inatteso, l’aumento del tasso dei senza lavoro in maggio (dal 9% di aprile al 9,1%) fotografa la situazione negli Usa e spazza le residue ipotesi di un aumento dei tassi entro fine anno. I futures sui Fed Fund danno infatti uno 0% di possibilità alla stretta monetaria.

Mantenere il costo del denaro tra 0 e 0,25% non agevola la lotta contro l’indebitamento, ma appare una strada obbligata per evitare rischi di una nuova crisi. I 54mila nuovi posti creati il mese scorso, non sono nulla per gli Usa, che di ben altre cifre (almeno 300mila) avrebbero bisogno per scalfire la montagna dei quasi 14 milioni di americani ancora a spasso.

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