Il talento di P. J. Harvey brilla tra mille contrasti
5 Ottobre 2007 - 03:10Curioso ossimoro, quello che rende prezioso, auspice leterodosso talento di P. J. Harvey, questalbum geniale. Per esempio, nelliniziale The devil, ecco un pianoforte barbarico affiancato da percussioni legnose - latmosfera rammenta le Noces stravinskiane - e poi un bruciare di cori, un mandolino remoto e la voce di lei che trasvola lieve, metafisica. Insomma è un continuum di opposti, un ossimoro, appunto, questalbum per molti versi straordinario in cui lautrice sembra volerci pilotare tra le brume del mistero e nellarcano della natura umana, scortata da un cast di musicisti altrettanto calati nellenigmatica temperie dellalbum e nel suo profilo sghembo. Si veda lepopea immateriale eppur perentoria di Grow grow grow, quelle dissonanze glaciali, quel negarsi e riemergere della melodia: un sabbah.
P. J. Harvey White chalk (Universal)
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