Roma - Il governo ha chiesto la fiducia in aula al Senato sul "dl tesoretto" nella stessa versione licenziata da Montecitorio. A porre la questione di fiducia in aula a palazzo Madama è stato il ministro per i Rapporti con il parlamento, Vannino Chiti. Anche alla Camera il provvedimento è stato approvato la settimana scorsa con voto di fiducia. Il Senato ha respinto le quattro questioni pregiudiziali sul decreto extragettito presentate dall’opposizione.
Chiti: "Misura adottata per accelerare i tempi" Chiti ha spiegato che la questione di fiducia è stata posta "non perché ci sia stato ostruzionismo dell’opposizione, ma - ha precisato - il governo si assume questa responsabilità per la necessità di far entrare subito in vigore le misure contenute in questo provvedimento".
Il ministro ha inoltre negato che il governo ponga la fiducia al Senato "perchè c’è una maggioranza risicata" ricordando che "il testo sulla sicurezza sul lavoro o l’ordinamento giudiziario sono stati approvati senza bisogno di mettere la fiducia" e "come dimostrano anche il Dpef e i dibattiti che ci sono stati di politica estera".
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