Se vuole sopravvivere al calo di pubblicità e di copie, lindustria delleditoria italiana deve reinventarsi al più presto. Lultima conferma viene da quanto sta accadendo alla Rcs, il gruppo a cui appartiene il «Corriere della Sera» controllata dalla grande finanza del Paese (da Intesa a Generali, da Fiat a Pirelli o Benetton). Rcs ha deciso di chiudere entro febbraio la free press «City» (mettendo in mobilità giornalisti e poligrafici) e vuole traslocare la «Gazzetta dello Sport» e tutto il corpo poligrafico in periferia, nel palazzone di via Rizzoli che già ospita i periodici. Obiettivo: svuotare limmobile storico di Via Solferino, nel centro di Milano, e valorizzarlo. In sostanza venderlo per fare cassa. I comitati di redazione di «Corriere» e «Gazzetta» sono scesi in guerra e in un comunicato congiunto hanno attribuito limpasse a «politiche e gestioni dissennate», portando un durissimo attacco contro lacquisto della spagnola Recoletos, definito «un flop di dimensioni colossali».
E i problemi del «Corriere» non sono isolati visto che, a Roma, girano come sempre maggiore insistenza le voci di unimminente richiesta per un secondo «stato di crisi» (dopo quello del 2007) per il «Messaggero», quotidiano di punta del gruppo Caltagirone.
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