Truffa CO2 Guardia di Finanza perquisisce cento aziende

Dopo avere rastrellato soldi in tutta Europa, alla fine erano approdati in Italia: uno degli ultimi Paesi del’Unione dove la normativa sulle emissioni di anidride carbonica presenta ancora falle sufficienti a mettere a segno la truffa. Ieri la Guardia di finanza ha eseguito 150 decreti di perquisizione presso altrettante aziende accusate di essersi inserite nei meandri della normativa anti-inquinamento realizzando profitti illeciti per oltre 500 milioni di euro. Al centro del business, le «quote» che le aziende inquinanti devono acquistare per poter emettere nell’atmosfera il gas nocivo. Intorno a questi certificati è fiorito un mercato parallelo, che ha approfittato dei diversi trattamenti fiscali delle «quote» nei vari Paesi della Ue.

Secondo l’inchiesta condotta dal pm milanese Carlo Nocerino, i certificati acquistati oltre confine venivano rivenduti sul mercato telematico insieme ai crediti Iva. All’inizio di questo mese il Gestore dei mercati energetici aveva sospeso le contrattazioni per le «anomalie» rilevate.

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