Luca Fazzo
Da una parte i legittimi proprietari del palazzo. Dall'altra, gli autonomi che se ne sono impadroniti tre anni fa, facendone la roccaforte di uno dei centri sociali più agguerriti della realtà milanese. Da tempo, i proprietari cercano di rientrare in possesso dell'area. Ma gli occupanti hanno trovato un alleato formidabile: il Comune di Milano, che non solo si è rifiutato di prendere alcun provvedimento di sgombero, ma ha addirittura innescato un braccio di ferro con la proprietà per rivendicare il proprio diritto a non fare niente.
Il palazzo è in piazzale Stuparich 18, ed è un indirizzo ormai ben noto alla Digos: ospita il «Cantiere», base operativa dei «duri» dell'ala antagonista.
E la sentenza depositata martedì scorso dal Tar, ultima puntata dello scontro tra il Comune e i proprietari, offre un interessante spaccato dei rapporti di buon vicinato che Palazzo Marino ha scelto di intrattenere con il mondo alla sua sinistra. Rapporti che risalgono all'epoca Pisapia: ma da cui anche Sala ha scelto di non distaccarsi, mantenendo nello scontro legale la stessa linea del suo predecessore.Tutto inizia nel 2013, subito dopo l'occupazione (...)
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