Vivere con 238 euro nella «Genova bene»

Francesca Nacini

In un’epoca come quella attuale, così ostentatamente buonista e solidale, sembra incredibile che esistano ancora storie di ordinario degrado e abbandono. Eppure anche nei quartieri della cosiddetta Genova Bene c’è ancora gente che vive ai margini, nell’indifferenza totale, e a quei pochi benefattori che invocano aiuto per loro viene sbattuta la porta in faccia da tutti gli enti assistenziali. Drammaticamente esemplificativa è la storia di S., 50 anni, invalida all’80%, che vive con 238 euro al mese in quel di Albaro insieme all’anziano padre adottivo che di soldi non ne ha molti di più. Di lei nessuno si occupa, di lei nessuno parla: eppure decine di gatti le miagolano ogni mattina, dandole quell’affetto che una società cieca, a lei sorda, non ha saputo dare.

Che ne sarà della sua vita quando il novantenne con cui abita non ci sarà più? Dove andrà? Potrà sperare S. nei Servizi Sociali o dovrà affidarsi al buon cuore dei suoi vicini e di chi non si dimostra indifferente di fronte ai drammi della sfortuna e della disabilità?

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