da Roma
«In 18 audiocassette trovate nellaprile 1978 nel covo brigatista di via Gradoli, a Roma, potrebbe celarsi la soluzione di uno dei misteri più impenetrabili del sequestro Moro: quello delle bobine su cui le Brigate Rosse registrarono gli interrogatori dello statista democristiano, e poi distrussero, attraverso sovraincisione».
Lo rivela al settimanale Panorama, in un servizio pubblicato sul numero in edicola da domani, Walter Biscotti, legale della famiglia di Emanuele Petri, il poliziotto ucciso dalla Br nel marzo del 2003. Lavvocato è giunto a questa conclusione incrociando le informazioni raccolte leggendo gli atti di tutte le inchieste: giudiziarie e parlamentari. In una delle 18 cassette, stando al rapporto della polizia scientifica, sotto la registrazione di canti rivoluzionari, cè traccia di una «voce maschile che parla con compagni». La domanda è naturale: «Si tratta di quella di Moro?».
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