Al galoppo

"Vi spiego cosa ci spinge ad alzarci alle 5 del mattino, a studiare e a investire nelle corse dei cavalli nonostante la crisi del settore"

In questa intervista Stefano Luciani, presidente Anac (Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue), ci spiega una delle professioni fondamentali dell'ippica, l'allevatore

"Vi spiego cosa ci spinge ad alzarci alle 5 del mattino, a studiare e a investire nelle corse dei cavalli nonostante la crisi del settore"

La sua famiglia è allevatrice di cavalli di razza Puro Sangue Inglese da oltre 50 anni, il primo fu suo padre e poi lei ha continuato la tradizione di famiglia. Passione, storia, amore per questo splendido essere vivente, un’attività che genera ottimi ritorni economico-finanziari. In questa intervista Stefano Luciani, presidente Anac (Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue), ci svela cosa ruota attorno al mondo del galoppo, tra passione, studio, sacrifici e un amore grandissimo per il cavallo e le emozioni che sa regalare all'uomo.

Signor Luciani, perché si diventa e continua ad essere allevatori di purosangue?

"Alla fine degli anni '60 fu mio padre a dare una svolta radicale all'attività agricola di famiglia iniziando ad allevare cavalli da corsa, io ho proseguito convintamente. Come lui, anch’io sono diventato presidente nazionale degli allevatori (Anac), incarico che mi onora in un momento molto particolare per l'allevamento italiano. Oggi il clima che si respira è molto particolare e speriamo che possa concludersi a breve con una rinascita di tutto il settore. In passato l'allevamento beneficiava di molta più liquidità nel circuito e nel settore dell'ippica, che io ho avuto la fortuna di vivere sin da adolescente. Era tutto più spensierato, bello, coinvolgente, fatto di tanti personaggi importanti a livello istituzionale ma anche come proprietari, allenatori, fantini. Ci vorrebbe un'ora per cercare di fare un elenco. E forse non basterebbe. Lo definirei un periodo epico, spumeggiante, scoppiettante, in ogni ippodromo c’erano migliaia di persone entusiaste, era un'ippica più ricca... diciamo la verità".

È cambiato tutto?

"Ora è più complicato, avere i ritorni economico-finanziari non è così semplice, un’attenta pianificazione non è più sufficiente, ogni uscita va pesata e ripesata a fronte di entrate a singhiozzi. Quello che lega il passato con il presente è senz’altro una grande passione, quella passione che anima anche il sottoscritto. La passione di costruire, mi passi il termine 'progettare' un cavallo dal punto di vista genetico, vederlo nascere, vederlo crescere nel migliore dei modi e poi vederlo vincere è l’apoteosi, il lavoro che ripaga da ogni fatica e sacrificio. Sì, c’è una sola parola che descrive tutto questo e si chiama 'passione', un sentimento che rimane intatto da sempre e che ci fa alzare alle 5.30 del mattino e ci spinge a continuare gli investimenti, a fare anche agricoltura, perché l'attività di allevamento dei cavalli è, appunto, un'attività agricola".

Stefano Luciani premia

Ha usato la parola “passione” con il sorriso negli occhi… in altre parole?

"In altre parole, tutte quelle azioni quotidiane che ti assorbono completamente, si diventa e si continua ad essere allevatori perché si è coinvolti, immersi a 360 gradi da questo mondo, il mondo dell'allevamento ti incanta. Le nascite sono sempre una festa, lo svezzamento e crescita del puledro sono gioia allo stato puro. Questo assorbimento totale è ripagato quando vince un proprio cavallo, è un'emozione che non ha eguali. La passione è euforia e caparbietà. Ogni sentimento s’intreccia e si fonde ed ogni allevatore è consapevole di ciò in una sorta di legame indissolubile".

Mount everest
Mount Everst - stallone

Il più grande allevatore ed allenatore di tutti i tempi, il grande Federico Tesio, sosteneva che la selezione, e quindi il miglioramento del cavallo da corsa, del cavallo in cattività, lo fa “il palo d’arrivo”, ovvero le prestazioni agonistiche, un’affermazione che spesso è stata confermata e qualche volta no. Dottor Luciani, da esperto conoscitore di genealogie e prestazioni di cavalli, che ne pensa?

"Federico Tesio è stato un mago, un grandissimo conoscitore di genealogie, un genio italiano che ha insegnato al mondo come creare ed allevare un cavallo di razza Puro Sangue Inglese. Con le sue scelte, il creatore del leggendario Nearco ha influenzato il galoppo mondiale, Northern Dancer, nipote diretto di Nearco, ha fatto il resto. Rispetto al palo d’arrivo sicuramente il miglioramento del cavallo da corsa passa da lì, è indubbio. Il palo d’arrivo è il giudice inappellabile. Poi c’è il caso di cavalli che non si sono espressi in pista e sono stati dei grandi riproduttori, ma statisticamente parlando, è assolutamente il palo d'arrivo che fa la selezione. Studiare le genealogie è attività affascinante, mi sono appassionato a tutto ciò da bambino, leggendo i primi libri sugli stalloni. Erano i mitici anni ‘80 e ad oggi ne sono ancora affascinato. Ribadisco però che la miglior selezione è e rimane la pista ed il risultato agonistico".

L’allevamento italiano ha generato fior di fuoriclasse, oggi però possiamo scrivere a malincuore che è un po’ in declino: gli stalloni residenti in Italia non possiamo descriverli di prima categoria e gli allevamenti esteri esportano nel nostro paese moltissimo della loro produzione. In una mia statistica personale il cavallo straniero vince 6 corse su 10 rispetto all’italiano, come si può invertire la tendenza?

"L'allevamento italiano ha generato fior di fuoriclasse ed è riduttivo ricordare solo Tesio e la Scuderia Dormello Olgiata. La tradizione dell’allevamento italiano ha una grandissima storia, una grandissima tradizione, che oggi si è un pochino affievolita. La flessione è determinata da una serie di fattori, dal fatto che la concorrenza è diventata planetaria e se prima il centro del mondo era l’Europa adesso si affacciano nuove ed intraprendenti realtà come l’Australia, il Giappone, Nord America, i Paesi arabi. Per quanto riguarda gli stalloni residenti in Italia, senza alcun timore posso affermare che sono dei buoni stalloni, e lo sottolineo. Non sono certamente quelli dell’Inghilterra o Irlanda, ma sono stalloni assolutamente decorosi che producono tanti cavalli in grado di vincere corse buone. Noi abbiamo un problema di sottoproduzione, il numero dei nati è in calo rispetto ad una ventina d'anni fa, mentre all'estero, in Irlanda ad esempio, hanno il problema opposto. La loro sovraproduzione porta ad un’offerta molto ampia e questo permette di acquistare a prezzi molto contenuti. Fino a quando potevamo contare sulle provvidenze, i nostri cavalli hanno saputo vincere a livello mondiale, ricordo Eletctrocotunist, Falbrav, Rakti, Le Vie dei colori... io ci metto anche Altieri, un ottimo cavallo allevato da noi. Insomma, fintanto abbiamo avuto la possibilità di fare gli investimenti abbiamo retto la concorrenza mondiale, ma dal 2011 le provvidenze non ci sono più ed è chiaro che i risultati sono sempre minori, è un dato fisiologico".

Il 22 maggio si è svolto il 140° derby di Galoppo, spettacolo entusiasmante. Ha vinto “Goldenas”, cavallo nato in Irlanda dal leggendario Golden Horn di proprietà italiana, con allenatore italiano, portato da un giovane fantino italiano sempre più “fuoriclasse”. Può essere un tassello fondamentale per la svolta?

"È stata sicuramente una buona edizione del Derby, ha vinto Goldenas, un cavallo che sta sbocciando proprio in questo momento. Il proprietario del cavallo è Fabrizio Cameli, un caro amico, ancora una volta colgo l’occasione per fargli i complimenti, così come i complimenti vanno ad Endo Botti a Cristiana Brivio che l'hanno forgiato e a Dario Di Tocco, un fantino molto promettente, un ragazzo che mette tanto entusiasmo nel suo lavoro. Sicuramente è stato uno spettacolo estremamente positivo che può dare ulteriore slancio al settore. Una bella soddisfazione veder vincere un cavallo italiano, di un proprietario molto appassionato ed un allenatore che sta facendo molto bene. Una vittoria tutta italiana se non fosse per il fatto che il cavallo è stato allevato in Irland,a ma ci possiamo accontentare. Una bella edizione il derby numero 140".

Due appassionati lettori che sono interessati al mondo del galoppo e che in un contesto più solido avrebbero intenzione di divenire proprietari mi hanno chiesto di formularle questa domanda: “Quanto costa oggi, dalla nascita all’asta un puledro?”

"Il costo dalla nascita all'asta di un puledro dipende dall'investimento che si è fatto per acquistare la fattrice e la monta dello Stallone con il quale è stata coperta. Questi due costi sono ovviamente variabili, poi per svezzare ed allevare un puledro, senza fargli mancare mai niente e garantendogli il meglio, occorrono non meno di 10.000 Euro".

Ultima domanda, quella che ormai risulta essere sempre la stessa ma obbligatoria… quale sarà il futuro dell'ippica in Italia? Il ministro Lollobrigida spesso ha ribadito che il rilancio del settore è priorità del Ministero e di tutto il Governo. Dalle nostre pagine quali suggerimenti sente di poter dare?

"Mio padre era un ottimista, io sono una persona abbastanza ottimista ma anche molto realista. Stiamo attraversando un momento estremamente delicato, l'allevamento del Puro Sangue Inglese italiano attraversa un momento di fragilità, è inutile nascondersi e per quanto riguarda il futuro dell'ippica come sistema il ministro Lollobrigida ha preso degli impegni, dichiarando che si può fare notevolmente di più di quanto fatto fino ad oggi. Sono assolutamente convinto della bontà delle sue parole perché il cavallo italiano rappresenta un'eccellenza del “made in Italy” e il cavallo allevato in Italia un'eccellenza dell'agricoltura italiana. Nel merito, occorre risolve i problemi impellenti dei pagamenti ovvero sveltire il pagamento dei premi e cercare di sollevare il Montepremi delle corse. Il nostro sistema galoppo dipende dal Comitato Pattern Europeo che fissa regole precise e stringenti e per poter rimanere nel salotto buono dell'ippica europea tutto questo è imprescindibile. Per quanto riguarda l'allevamento, noi abbiamo disperatamente bisogno delle provvidenze che tanto bene hanno funzionato in passato. Mi spiego, alcuni punti del vecchio 'piano provvidenze' restano capisaldi per l’allevamento, come l'acquisto fattrici di pregio e acquisto monte di pregio. Atti concreti che portano ad un rimborso della spesa. Poi il ripristino del premio al quarto classificato mi sono battuto e mi sto battendo per riaverlo, il premio al traguardo per noi allevatori è un’iniezione di liquidità e se si pensa che qualche anno fa arrivava fino al quinto classificato… Adesso gli allevatori possiamo definirli 'eroi' perché continuano a lavorare ed intraprendere nonostante ci sia stato un rialzo esorbitante delle materie prime. Un ulteriore passo decisivo sarebbe l'abbassamento dell'Iva sulle compravendite dei cavalli, oggi al 22%, l’aliquota ordinaria penalizza fortemente il mercato. L’auspicio è che queste richieste possano essere accolte, non sono richieste irricevibili, anzi. Sono richieste di buon senso, non sono esperimenti bensì il ritorno ad un passato che ci ha visto primeggiare, la storia può dare ottimi suggerimenti, gli uomini e le donne di buona volontà possono coglierli e serenamente condividerli".

Ringraziamo Stefano Luciani per averci dedicato un po' del suo prezioso tempo e sposiamo in pieno il suo auspicio, lo gireremo cortesemte al Ministro perché il giornalismo serve anche a questo, condividere passione ed opportunità. A beneficiarne sia tutta l'Italia e il mondo del galoppo che ci sta particolarmente a cuore.

Buon lavoro dottor Luciani.

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