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Arriva il telefonino iPod: chiude l’inventore degli Mp3

Domani Steve Jobs presenta a San Francisco la sua nuova creazione: il cellulare-jukebox

Marco Lombardo

All’inizio era il walkman, cioè la musica da passeggio. Prima in cassetta, poi alla moda, di dimensione accettabile, appetito soprattutto nella versione «shockwave», che in parole semplici significava non dover sentire un salto (di canzone) ad ogni salto. Una rivoluzione insomma, il disco che passa dall’hi-fi di casa alla cintura dei jeans. Con un unico difetto: walkman non poteva essere più piccolo di un cd.
Così ecco che nel 1998 arriva la grande invenzione e una sfida: l’Mp3. È l’era di internet, la musica diventa file e la Diamond Multimedia lancia sul mercato i lettori Rio, piccole casseforti della musica virtuale. E qui comincia la storia vera, una vita in sette anni, passando per la new economy e finendo nell’anonimato. Perché Rio, il marchio che ha inventato i lettori Mp3, non esisterà più, schiacciato da alterne fortune e da una concorrenza che oggi ha praticamente un solo nome: iPod. Ed ecco allora che, proprio alla vigilia del lancio nella nuova creazione siglata Apple - l’iPhone - che avverrà domani a San Francisco, la scomparsa di Rio diventa la fine di una generazione, e non solo di strumenti tecnologici.
Insomma, Rio, il lettore Mp3 in pratica, era la scommessa alle porte del nuovo millennio: chi ce l’aveva in tasca era praticamente un visionario, quasi un fanatico. E la prima battaglia, quella contro l’industria discografica americana che considerava la nuova macchinetta come sinonimo di pirateria, fu considerata come la vittoria della libertà. Perché Rio vinse e l’Mp3 divenne il futuro della musica.
Vennero dunque i tempi di Napster, i tempi del peer to peer, cioè dello scambio di file libero in rete contro i costi per molti insopportabili della discografia tradizionale. E Rio, come marchio, cominciò a esplodere, tanto che la società taiwanese S3 spese milioni di dollari per accaparrarselo per poi rivenderlo, qualche mese dopo, a Soniclube guadagnandoci. E molto. La new economy però non faceva prigionieri ed ecco che nel 2003 cominciò il declino: la bancarotta della Soniclube, l’acquisto da parte dei giapponesi della D&M, l’ulteriore cessione della licenza alla Sigmatel. Una serie di sigle per un finale annunciato: a fine settembre Rio sparirà dal mercato.
Una vita in sette anni dunque, che ha segnato la rivincita delle case discografiche (Napster dopo aver chiuso per ordine di un giudice oggi è a pagamento) e che si chiude proprio mentre comincia una nuova battaglia tecnologica, quella dell’iPhone, quella del matrimonio tra Apple e Motorola che verrà celebrato appunto domani in America e che arriverà in un teatro di Londra grazie alla videoconferenza. Un fenomeno che ha scatenato su internet la gara delle anticipazioni e che ha già delle specifiche tecniche: sarà un cellulare bianco, quadri-band per poter funzionare in tutto il mondo, tecnologia Edge, con fotocamera e naturalmente il programma iTunes, quello che permette di scaricare dalla rete - pagando naturalmente - la musica da inserire sul telefonino musicale. Insomma, «mille canzoni nella tua tasca, eccoci di nuovo» recitava l’invito di Apple parafrasando quello della presentazione dell’iPod. Perché questo sarà il gioiello della prossima generazione, quella che magari si scambia ancora qualche file in rete ma alla fine compra sui negozi virtuali. Un dollaro la canzone e ci si toglie il pensiero da virus e pirateria.
Insomma, ora che che Apple ha conquistato il mercato, ora che iPhone è pronto a stravolgerlo, Rio può andare in pensione anche se forse il mondo (virtuale) sarà un po’ meno libero. E mentre sul mercato Apple è pronto a lanciare nuovi modelli del suo iPod versione mini (quattro, sei e otto Giga, ma a San Francisco non si escludono sorprese), per l’iPhone è già ora di concorrenza, quella che la SonyEricsson ha lanciato in anteprima facendo uscire il suo telefonino musicale. Certo, ha uno spazio per 125 canzoni invece di mille eppoi Sony - proprio lei - sta già tentando un accordo con Apple - proprio lei - per offrire canzoni su iTunes. Però ha un nome che funziona: walkman.

Una vita dopo, la sfida continua.

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