Quindi, oggi...

Bergoglio sgancia un missile, figuraccia Schlein e Renzi: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'affondo del Papa su mons. Gaenswein, il pallone spia cinese e Marco Travaglio

Bergoglio sgancia un missile, figuraccia Schlein e Renzi: quindi, oggi...

- Bergoglio lancia missili terra aria contro i suoi oppositori che "strumentalizzano Benedetto” e sono “senza etica”. “È gente di partito, non di Chiesa”, accusa, ”Io lascio perdere, queste cose cadranno da sole, alcune non cadranno e si andrà avanti, come nella storia della Chiesa succede”. Bergoglio smentisce che Benedetto fosse “amareggiato” per le sue prese di posizione, però qui però gatta ci cova. Era stato infatti mons. Georg Gaenswein a riportare questo stato d’animo del papa emerito, dunque bisogna chiedersi: chi era più vicino a Ratzinger tanto da poter sapere davvero cosa provasse, il suo segretario particolare o un Papa regnante che deve pensare a tenere sulle spalle tutta la Chiesa? Io direi la prima. Sembra quasi che il Papa voglia allontanare i tradizionalisti da Benedetto XVI, ma sarà impresa difficile. La battaglia interna alla Chiesa è solo all'inizio. E sarà dolorosa.

- La Comunità Ebraica di Roma mette nel mirino il naso di Elly Schlein. O meglio: fa notare che la candidata alla guida del Pd ha fatto una figura barbina. Nei giorni scorsi infatti Elly aveva denunciato episodi di antisemitismo nei suoi confronti e fatto sapere di non essere ebrea e soprattutto di non avere un naso ebraico, ma “etrusco”. Lette queste parole, Ruth Dureghello giustamente s’è infuriata: “Se per rispondere a un deprecabile attacco antisemita sul tuo naso confermi lo stereotipo su cui si fonda, non sei di grande aiuto contro l’antisemitismo - ha scritto su Twitter - Non esistono nasi etruschi, ebraici o fenici, esistono caratteristiche che ci rendono unici e di cui non bisogna vergognarsi”. Ha ragione da vendere, ma forse questa critica nasconde rapporti tesi tra la comunità ebraica e Elly, che non ha mai nascosto una certa simpatia per i palestinesi e non ha risparmiato critiche verso Israele. Stavolta, però, ha cannato di brutto: colpita e affondata.

- Sul pallone spia cinese, le analisi degli esperti dicono quello che in fondo sin da subito su questa rubrica abbiamo fatto notare: ovvero che magari il dirigibile non ha rubato alcun dato segreto, ma ha permesso a Pechino di fare un test: sia sulla reazione diplomatica degli Usa (che alla fine è stata: lo abbattiamo) sia sulle sue difese aeree. La domanda è: quanto ci hanno messo gli Stati Uniti per capire che il pallone li stava spiando? E come è possibile che sia entrato senza problemi nel cielo statunitense?

- Bisogna dare ragione a Marco Travaglio, a volte capita. Il Pd ha cercato di incastrare la Meloni per mezzo di questa tempesta mediatica sul caso Cospito. Ma la scelta della battaglia su cui andare alla guerra è stata disastrosa: quella di togliere il 41 bis a un anarchico terrorista, pluri-condannato per vari reati tra cui la gambizzazione di un poveraccio. Anche sul caso Donzelli il Pd non può gioire: perché se non fosse stato per la sgangherata uscita del deputato FdI, non avremmo mai saputo che i piddini sono andati a colloquio anche con tre mafiosi. Dettaglio che nella conferenza stampa fuori dal carcere si erano ben guardati dal fare presente.

- Sossio Aruta non è che sia stato proprio un grande campione, considerato che ha giocato pure nel famoso Cervia televisivo, però una cosa intelligente la dice: oggi i calciatori fanno tristezza perché sono scarsi e presuntuosi. Applausi.

- Renzi: “Il Pd aveva me e Calenda, ora si ritrova Speranza. Hanno scambiato una Ferrari con una Twingo”.

Simpatico, ma l’idea di paragonare Renzi a Shakira mi turba un poco, lo ammetto.

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