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"Contro il G7". Gli eco-ultrà mobilitati per il summit

Il mondo dell'ambientalismo d'assalto si organizza per boicottare il vertice in programma a metà luglio in Puglia. Nei prossimi giorni a Bologna un primo incontro per "decidere cosa fare"

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"Contro il G7 e tutto quello che rappresenta". Gli eco-ultrà hanno già preso posizione: nemmeno stavolta si sono smentiti. Anti-tutto per vocazione, gli attivisti climatici hanno già messo gli occhi sul summit internazionale che dal 13 al 15 giugno 2024 prossimi si svolgerà in Puglia, individuando in esso un male assoluto. Del resto, nella visione manichea della realtà propagandata dagli ambientalisti duri e puri, il vertice delle superpotenze non rappresentà un'opportunità di crescita e sviluppo (concetti verso i quali provano una certa idiosincrazia), bensì una minaccia. Così, gli ecologisti d'assalto si stanno già organizzando per capire come mobilitarsi in vista del grande evento. E per escogitare modalità di boicottaggio.

Certo, per gli "eco-guerrieri" non sarà facile inteferire con i blindatissimi lavori del G7 pugliese, ma - proprio in analoghe e passate occasioni - gli estremisti avevano dimostrato di voler far sentire la loro voce a ogni costo. Con le buone o con le cattive. A tre mesi dal vertice internazionale, gli attivisti di Extinction Rebellion si stanno già attivando "per decidere assieme cosa fare". Una prima occasione per mettere assieme i propositi di contestazione avverrà giovedì 4 aprile, quando gli eco-ultrà si ritroveranno a Bologna per confrontarsi. A motivarli, le solite argomentazioni ideologizzate e catastrofiste che già avevano istigato i loro più recenti blitz, come quelli coordinati in cinque città italiane lo scorso mese di dicembre. In quell'occasione, i vandali insozzarono alcuni corsi d'acqua con un liquido verde.

"I governi del G7 hanno la responsabilità storica di aver causato la crisi climatica in cui ci troviamo. Nonostante questo, continuano a investire nei combustibili fossili e a reprimere il dissenso dei cittadini", si legge sul sito dell'organizzazione ultra-ambientalista, nel quale l'evento istituzionale viene contestato persino a partire dal logo che lo rappresenta. "Il simbolo è un ulivo, su cui si stagliano sette frutti, che affonda le radici nel Mar Mediterraneo. Eppure in Italia gli ulivi sono secchi, il Mar Mediterraneo si sta sta scaldando piu rapidamente di altre aree del pianeta e sta diventando cimitero di persone in fuga da terre dilaniate dalla povertà, eventi climati estremi e conflitti", recita il comunicato di Extinction Rebellion.

L'intenzione potrebbe essere quella di estendere il più possibile la protesta, coinvolgendo anche eco-attivisti stranieri. Tra i commenti al post di Extinction Rebellion sull'argomento, ad esempio, c'è la reazione compiaciuta della versione portoghese dell'organizzazione. E un utente ha pure scritto: "Rifacciamo il 2001", con inquietante riferimento all'anno in cui il G7 di Genova divenne teatro di una vera e proprio guerriglia urbana combattuta dai black bloc.

Passano i decenni, ma quello spirito violento e sovversivo continua ancora e purtroppo ad aleggiare.

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