Cosa ci insegna la storia della rana bollita

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Un mio amico mi ha raccontato la storia della «rana bollita», una strategia cinese, pare: l’animale si continua ad adattare alla temperatura in crescita, fin quando non si accorge che sta per morire «bollita», appunto, senza più le forze per saltar fuori, fuggire. Ecco, è quello che ormai è successo a me, penso, e non solo a me. Mi chiamo Carlo F., 39 anni, direttore di un centro commerciale in Toscana, sposato. Ebbene, tempo fa ho incontrato Alessia, anche lei coniugata con figli. I nostri matrimoni non scricchiolano ma entrambi siamo un po’ «stanchi», forse delusi, i primi tempi passano... Entrambi ci siamo piaciuti, tantissimo, fisicamente, ma abbiamo deciso, tacitamente, di restare «solo» amici resistendo all’iniziale, fortissima, attrazione. Di trasformare tutto in una amicizia affettuosa, fatta di confidenza, vicinanza, aiuto e fiducia reciproca, di cose anche da condividere, senza tradire le famiglie. Ma a un certo punto... è successa la cosa peggiore (o migliore, non so) che potesse succedere: la nostra frequentazione, platonica o spirituale che dir si voglia, si sta trasformando in un innamoramento reciproco, pazzesco, forse la metamorfosi è già avvenuta, ci siamo dentro fino al collo, entrambi. Due anime uscite allo scoperto che si abbracciano «impunemente» e che ora sono pronte per tutto il resto... Lei è coinvolta, non lo dice, ma mi accorgo da tante cose, anche della sua voglia di «fuggire». Che cosa ne pensa dottoressa Braghieri, forse una «scappatella» non ci sarebbe costata tanto... Cordiali saluti
Carlo F. (rana più che bollita... cotta!)

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Ce l’ho un po’ con lei per avermi fatto pensare a quella povera rana... Motivo per cui, devo confessarle, la compassione per lei è arrivata solo dopo quella rivolta all’animaletto bollito. Ma poi è arrivata. Certo è stato ingenuo Carlo, come ha potuto pensare di poter tenere sotto controllo il coinvolgimento con una persona dalla quale stava ricevendo tutto ciò che le mancava da sua moglie? Era ovvio che sarebbe stata solo una questione di tempo. E il tempo è puntualmente scaduto.

Mi piacerebbe poterle fare i complimenti per la sua stoica resistenza iniziale, però purtroppo non credo alle genuinità della sua prudenza, che infatti è finita sotto alle lenzuola. Bel disastro adesso, perché vi siete dati la reciproca possibilità di provarvi come coppia. E di capire che funzionate, a differenza di quella ufficiale. E temo non si possa più tornare indietro.

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