
Chris Martin ha raccontato pubblicamente la sua depressione, come ormai fanno molte celebrità ben educate alla vulnerabilità comunicativa, e lo ha fatto su Instagram, dopo un concerto a Hong Kong, parlando non di crolli spettacolari, ma di quella tristezza opaca che ti accompagna in tour, tra un’esibizione e l’altra, quando la musica si spegne e torna la stanza d’albergo. Fin qui niente di male, il problema è: che depressione ha Chris Martin? Di sicuro non una depressione che ti faccia capire che non è meglio non dare consigli.
Ha detto di essere aiutato dalla meditazione trascendentale, da tecniche corporee come la propriocezione, dal cosiddetto Metodo Costello (un approccio corporeo per ansia e neurodivergenze), e da un piccolo rituale: scrivere per dodici minuti i propri pensieri e poi bruciarli: catarsi da viaggio. Io che soffro di depressione, solo a leggere questo mi ha fatto venire voglia di dare fuoco... all'intervista.
Il Metodo Costello funziona? Diffidate da tutto ciò che si chiama “metodo” seguito da un “nome”, che è uno che col metodo ci ha guadagnato. Comunque sia, dipende da cosa intendiamo per funzionare. La verità è che ogni depressione ha il suo paesaggio. Alcune sono nebbie leggere, altre sono tempeste senza centro. Ci sono giornate in cui basta un po’ di respiro profondo e ci sono vite in cui non basta nulla.
Mindfulness, yoga, Qi Gong, meditazione vipassana, passeggiate consapevoli, massaggi ayurvedici, tè matcha, journaling, silenzio interiore, scansione corporea, shakra riallineati: tutto può aiutare, se ci si crede abbastanza. Come tutte le illusioni, anche quelle terapeutiche hanno bisogno di fede. Se ti convinci abbasta, funziona, come prendere un prodotto omeopatico.
A volte servono i farmaci (anche lì varia da persona a persona, e li decide uno psichiatra, e uno bravo), io ne so qualcosa, sono una farmacia ambulante (nel mio appartamento, perché non esco mai come è noto, o quasi, sebbene sia appena tornato da Dubai, dopo aver rischiato che mi sequestrassero lo Xanax). Non per guarire – nessuno guarisce da certe cose – ma per abbassare il volume, rendere il dolore meno invadente, più compatibile con l’agenda. Comunque Chris scrive, medita, brucia i fogli. Forse non si cura. Ma galleggia. E in fondo, in certi casi, è già molto. Anche i naufraghi, a volte, imparano a nuotare da fermi. Dopo aver finito un concerto, che a me fa pensare alla tristezza che prende dopo un viaggio o dopo una festa, anche perché fosse davvero depresso non riuscirebbe neppure a fare concerti. O forse è il concerto che lo aiuta, se siete depressi fate un concerto, e poi provate il Metodo Costello.
Chris Martin lo dice a modo suo, una frase molto significativa: “varie persone, me compreso, combattono con un po’ di depressione”. Un po’ di depressione. Come se fosse un effetto collaterale del Wi-Fi o dell’umidità emotiva.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.