Le parole più belle

L'inquisizione contro Sgarbi e la fine della letteratura italiana. Le parole della settimana

Il Premio Strega e la morte della letteratura italiana, l'inquisizione contro Sgarbi al Maxxi, Leonardo Apache La Russa e una pesante accusa, Barbara D'Urso non scrive la fine del trash in tv, apre un nuovo social, un 4 luglio solo americano

Vittorio Sgarbi
Vittorio Sgarbi

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L'inquisizione contro Sgarbi e la fine della letteratura italiana. Le parole della settimana

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Proviamo a dare un po' di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web. Di seguito alcune delle notizie più cliccate della settimana rivisitate e corrette.

Il Premio Strega e la morte della letteratura italiana

E così il Premio Strega è stato assegnato ad Ada D'Adamo, ma è stato assegnato postumo, perché Ada D'Adamo il primo aprile è morta, ma anche da morta è di certo più viva della letteratura italiana, confinata da lontana e dimenticata colonia dell'impero capitalista su isole tematiche che non le sono proprie, incastrata in un meccanismo editoriale divenuto oramai mercato al pari di quello dei bulloni, resa schiava degli alambicchi mediatici che hanno trasformato la letteratura in un orpello finale da vendere a gente fidelizzata su altri strumenti, dilaniata dalla mentalità pontificia dello scambio di favori, nessuna vittoria poteva essere più simbolica nell'immancabile sincerità che l'arte porta con sé.

L'inquisizione contro Sgarbi al Maxxi

Grandi proteste e scandali per l'incontro di Vittorio Sgarbi e Morgan al Maxxi, ma diciamo le cose come stanno, non è certo la volgarità il tema del dibattito – abbiamo visto nei musei di arte contemporanea opere d'arte e performance che per il loro stesso esistere annullano il confine fra volgare e non volgare – né i toni imprevedibili di Sgarbi, perché imprevedibili non sono, a meno che chi lo accusa non abbia rinunciato ad avere una televisione, e il problema non è neanche che riveste cariche pubbliche – lo fa da decenni e continua ad essere eletto - la verità è che Sgarbi ha violato uno dei dogmi della nuova e vecchia chiesa puritana che governa il mondo, ha parlato da maschio eterosessuale di donne – che quando cose analoghe le fa una donna non scandalizza più nessuno - e allora certo arriva l'inquisizione e basta lo stigma della parola “sessismo” per mobilitare i forconi del nuovo pensiero unico, ecco, cambiano i tiranni ma il meccanismo resta sempre lo stesso.

Leonardo Apache La Russa e una pesante accusa

Ma non si deve diventare maschilisti, il giovane figlio del presidente del Senato, Leonardo Apache La Russa sarebbe stato accusato di aver commesso una violenza sessuale su una ragazza, se l'accusa di violenza fosse vera sarebbe un fatto – ancora una volta – di una gravità altissima, ma lo sarebbe altrettanto se l'accusa non fosse vera, perché significherebbe – ancora una volta – che si è usata per scopi evidentemente politici una dinamica e un tema che andrebbero tutelati nel modo più serio e inflessibile, alla fine speriamo e confidiamo che emerga la verità, qualunque essa sia.

Barbara d'Urso non scrive la fine del trash in tv

Che poi a proposito di volgarità, trash e televisione marcita nella rincorsa dei telespettatori rimasti, è notizia di questa settimana che Barbara d'Urso non avrà più nessun programma su Mediaset e qualcuno stava già pensando: basta trash in TV, basta televisione del dolore, ma non basta certo un capro espiatorio per fermare il meccanismo per il quale la TV è diventata ciò che è oggi, più che un elettrodomestico quello schermo è uno specchio che riflette il popolo che lo guarda.

Apre un nuovo social, basta social

E intanto nei territori inesplorati del web il potere stende le sue mani in una guerra fra potenti, Mark Zuckerberg e tutto quello che rappresenta sfida Elon Musk, con tutto quello che rappresenta, nel campo di battaglia che sino ad oggi era pressoché esclusivo di Twitter fondando un nuovo social legato ad Instagram, Threads e porterà di certo con sé le censure politicamente corrette a cui siamo oramai abituati, il woke con tutto il suo armamentario di uguaglianza posticcia, ipocrisia puritana e femminismo frammisto di a senso di colpa americano, forse è arrivato il momento di far finire l'era dei social.

Un 4 luglio solo americano

E così l'America ha festeggiato il 4 luglio, la sua liberazione dal colonialismo inglese, in Italia, in Europa e in tante altre parti del mondo qualcuno si chiede se ci sarà un 4 luglio anche per quei popoli che oggi sono coloni del coloni liberati, se la giustizia vale per tutti, anche per quelle popolazioni che a differenza degli americani non si sono originate da una madrepatria da cui staccarsi, ma che si ritrovano ad essere governate da altri, ecco, sarebbe bello un 4 luglio anche per l'Italia.

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