La stanza di Feltri

La parità di genere? È anche peggio...

Leggo il tuo sfogo con dispiacere in quanto so bene che sono numerosi gli uomini che si sentono come ti senti tu, ossia avvertono di non essere stati salvaguardati

La parità di genere? È anche peggio...

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Magnifico Direttore Feltri,
mi considero un maschio discriminato: devo pagare gli alimenti a mia moglie la quale vive in una villetta che ho acquistato io, guida una macchina che io ho comprato, decide, in base ai suoi umori, quando e se farmi vedere i miei due figli, che pure io ho contribuito a generare. La nostra cultura mi pare fondata su un principio errato che vuole la donna sempre soggetto debole e l'uomo sempre colpevole. Egli deve pagare in tutti i sensi perché sarebbe avvantaggiato, ma da cosa e da chi? Io non lo capisco. Sono le donne ad essere privilegiate. Qualsiasi cosa facciano, sono ritenute sempre pulite, buone, materne, gentili, fragili, perseguitate, molestate, innocenti. E io sono stufo. Intanto vivo come un disgraziato per mantenere una signora malefica che mi ha demolito come maschio, come professionista, come padre e come essere umano.
Franco Donato

Caro Franco,
leggo il tuo sfogo con dispiacere in quanto so bene che sono numerosi gli uomini che si sentono come ti senti tu, ossia avvertono di non essere stati salvaguardati bensì di essere stati oppressi dalla giustizia in ambito separativo, dunque ritengono di avere patito una sproporzione di trattamento, una vera e propria discriminazione. La giurisprudenza, negli ultimi anni, si è orientata verso una maggiore tutela del soggetto maschile, il quale non può essere discriminato per via del suo genere sulla base del pregiudizio che tu stesso evidenzi, ossia quello che reputa la donna sempre vittima. Uomo e donna, padre e madre, devono essere posti sullo stesso piano. Tuttavia, i papà separati seguitano ad essere penalizzati dalla separazione, tanto che spesso ci si rassegna a mantenere matrimoni infelici che producono un profondo malessere pur di non ritrovarsi a campare in macchina, essendosi ridotti in povertà in seguito all'allontanamento dalla casa familiare. Si dice che le nozze siano costose, ma è più costoso il divorzio. Quindi occorre essere ricchi per poterselo permettere. E questa realtà è orribile per chiunque desideri porre fine a una unione malsana. Mi rendo conto che è sempre più dominante l'idea che la donna sia sempre martire di qualcosa o di qualcuno, che si tratti della società, o del compagno, o del datore di lavoro. Questo significa che il soggetto maschile è sempre reputato colpevole e in debito nei riguardi del genere femminile. Poi leggo di certi fatti di cronaca che mi sconvolgono e che costituiscono la prova che la donna non è moralmente e spiritualmente superiore all'uomo, ella non è più virtuosa, non è più pulita, non è, a differenza di lui, incapace di fare del male e capace soltanto di subirlo. Maschio e femmina sono uguali non solo nei diritti, ma anche nei vizi, nei difetti, nelle perversioni, nelle meschinità, nella cattiveria, nella disumanità. Penso, ad esempio, ai fatti della stretta attualità, registrati uno a Nord e un altro a Sud del Paese. A Villanova Canavese, in provincia di Torino, nella sera di sabato scorso, un neonato, avvolto in un sacchetto di plastica, è stato abbandonato in un cassonetto dei rifiuti, ancora con la placenta e il cordone ombelicale attaccati. Il piccolo è salvo solo per l'intervento di un passante che ne ha udito il pianto disperato. È presumibile che a gettare nell'immondizia la creaturina sia stata la madre, dopo averlo dato alla luce. Non giudico una donna per la decisione di non allevare il proprio figlio in quanto tale scelta può essere dettata da motivazioni personali e materiali su cui nessuno di noi ha il diritto di sentenziare. Tuttavia, disfarsi di un bimbo in questo modo significa condannarlo ad una morte terribile: quando egli avrebbe bisogno di calore, rassicurazione, cure, si ritrova solo in un mondo nemico nel quale è appena giunto. E nessuno, nessuno che lo stringa al cuore. Eppure esistono strutture in cui chiunque, in totale anonimato, può lasciare un neonato non desiderato, il quale sarà al sicuro e avrà la possibilità di avere una famiglia che lo circondi di amore.

Ad Alberobello, in provincia di Bari, nelle stesse ore una ragazza ha preso a calci un gattino nero facendolo finire nelle gelide acque di una fontana dove il micino è irrimediabilmente morto annegato e congelato tra sonore risate, mentre una delle amiche dell'autrice del crimine, anziché intervenire, documentava con soddisfazione la scena, facendo un video da postare sui social network.

Cosa ci insegna ogni giorno la cronaca? Pure le donne sono in grado di compiere con freddezza e indifferenza gesti e atti da barbari, talmente crudeli da apparire del tutto privi di senso, agghiaccianti. Smettiamola di porre le signore al di sopra dei signori.

Del resto, la parità consiste pure in questo: facciamo parimenti schifo.

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