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Barjavel e l'amore ai tempi della guerra

Barjavel e l'amore ai tempi della guerra

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Barjavel e l'amore ai tempi della guerra

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René Barjavel (1911 - 1985) è uno dei padri della fantascienza di Francia, grazie a romanzi come il catastrofista Sfacelo e La notte dei tempi, che è ormai considerato un classico. Non solo. Il nome di Barjavel è legato anche alla sceneggiatura di film di culto come Don Camillo e Il ritorno di Don Camillo (oltre che di numerose altre pellicole firmate da Julien Duvivier). Ha perfino riscritto le avventure dei Cavalieri della Tavola rotonda, partendo da Merlino, nel suo Il mago M. L'Orma, l'editore che propone le sue opere in italiano dal 2019, ha da poco pubblicato un altro romanzo di Barjavel, di soggetto completamente diverso, eppure di altrettanto (se non maggiore) successo in Francia, poiché è stato trasformato in una miniserie televisiva: Tarendol (pagg. 384, euro 25).

Tarendol è una storia d'amore, e un romanzo di guerra: è ambientato nella Francia occupata del 1943, è stato scritto durante il conflitto e pubblicato nel 1946. Ci sono i «dragoni a due code» che volano sopra i tetti di Parigi, c'è la paura della Gestapo, c'è il padre del protagonista che muore soffrendo, fino all'ultimo giorno della sua vita, le pene provate nelle trincee della Prima guerra mondiale. Ci sono povertà, sangue, fame. E poi c'è un ragazzo, Jean Tarendol. Ha quasi diciott'anni ed è «bello, massiccio». Grazie ai sacrifici della madre contadina studia in collegio nell'immaginaria Milon, dove si innamora di Marie, figlia della direttrice della scuola femminile. Ovviamente i nazisti e gli invidiosi ci metteranno lo zampino, per impedire questa liaison già nata sotto pessima stella... Ma, anche in un romanzo d'amore, Barjavel lancia il suo sguardo al futuro e vede benissimo, già allora, il nostro presente: «I nostri nipoti non conosceranno neanche più la pace delle vacanze (...). In cima al Monte Bianco un altoparlante decanterà le bellezze del paesaggio. Ogni increspatura celerà un sottomarino privato, della polizia o da diporto». E ancora: «La morte avanza e noi le corriamo incontro. La prossima guerra si farà senza armi né soldati. In un qualche laboratorio. Semplici turisti col bagaglio al seguito. Il mercato nero della morte. Non credo manchi molto».

Purtroppo era tutto vero.

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