Ecco i fondi da mettere sotto l'albero

Meglio l’Europa degli Usa. Occhi sul Giappone: uno yen più forte trainerà la Borsa

Ecco i fondi da mettere sotto l'albero
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L’anno che sta per terminare è stato positivo per la Borsa, e chi ha investito in fondi comuni ha ricavato in media il 7% da gennaio a oggi. Molto meglio hanno fatto i fondi azionari (+13,6%, con un punta del 20,7% per gli azionari Italia) mentre quelli obbligazionari si sono fermati al +4,8%.
Guardando al 2024 è possibile posizionarsi su aree geografiche, settori di Borsa e titoli obbligazionari che presentano prospettive interessanti.
Prima di scoprirle, precisiamo che lo scenario previsto per l’anno nuovo vede l’inflazione in area 2,5-3%, tassi di interesse che dovrebbero cominciare a scendere entro il terzo trimestre e una recessione moderata con una ripresa da giugno in poi.

PIÙ AZIONI EUROPA, MENO USA

Alla luce anche del recente rally delle Borse, occorre tener conto delle valutazioni. E quelle di Wall Street sono ora più care di quelle europee.
Il rapporto prezzo/utili viaggia oltre 18 per gli Usa mentre è a 14 per l’Europa che, inoltre paga un dividendo doppio (3,5% contro 1,8%). L’azionario Europa potrebbe offrire un rendimento del 7-8% nei prossimi 12 mesi contro il 5% di Wall Street. Interessante anche l’azionario Giappone che dopo decenni offre un’ampia gamma di aziende di respiro internazionale in settori strategici (automotive, elettronica, meccanica di precisione). La Borsa di Tokyo, oltre ad avere un potenziale di rialzo del 10% dovrebbe beneficiare di uno yen forte sull’euro.

I SETTORI SU CUI SCOMMETTERE

La prima scelta ricade sui titoli bancari europei. Grazie alla cura imposta dalla Bce dopo la grande crisi finanziaria del 2008-2009, gli istituti Ue sono solidi dal punto di vista patrimoniale, e possono beneficiare di tassi che resteranno elevati per macinare profitti anche nel 2024. Inoltre pagano dividendi anche del 6%. La transizione energetica dovrebbe poi favorire le utilities, soprattutto quelle più attive nelle energie alternative mentre l’healthcare, che quest’anno ha sofferto, dovrebbe ritrovare lo slancio di medio lungo termine. Infine, non si può trascurare la tecnologia che, sebbene presenti sovente valutazioni molto elevate, beneficia di tassi di crescita strutturali al di sopra della media.

CORPORATE BOND DI QUALITÀ IN EURO

Passando alle obbligazioni, si può spuntare il 4% abbastanza agevolmente investendo sui corporate bond in euro di buona qualità (rating investment grade). Per chi volesse rischiare qualcosa in più per arrivare a sfiorare il 5% ci sono le obbligazioni subordinate bancarie offerte da istituti di primaria importanza, mentre accettando un ulteriore grado di pericolo si può puntare anche al 6,5-7% con le obbligazioni high yield euro.
In caso però di recessione più profonda odi ulteriore rialzo dei tassi i prezzi di questi titoli potrebbero accusare perdite di una certa rilevanza. Infine, si può mantenere, ma non aumentare, l’esposizione in obbligazioni legate all’inflazione.

YEN, FRANCHI SVIZZERI E CORONE

Lo yen dovrebbe beneficiare della fine della politica di controllo della curva dei rendimenti della BoJ che si confronta con una politica monetaria più accomodante da parte della Fed. Una dinamica, quest’ultima, che dovrebbe favorire il rimbalzo delle valute scandinave e far apprezzare il franco svizzero in ottica di bene rifugio. Per tutte queste valute la possibilità di apprezzamento sull’euro dovrebbe aggirarsi tra i due e i tre punti percentuali.

Qualcosa in più potrebbero invece registrare le obbligazioni in dollari australiani se l’economia cinese (verso la quale l’export australiano è molto sensibile) dovesse stabilizzarsi o addirittura crescere.
Mantenere, ma non incrementare, i bond in dollari Usa.

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