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I dati macro puntano al buio. Ma le Borse sanno sorprendere

I dati macro puntano al buio. Ma le Borse sanno sorprendere

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I dati macro puntano al buio. Ma le Borse sanno sorprendere

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I miei lettori sono gli indicatori macro più potenti. La visione di diversi lettori sullo scorcio finale del 2023 e del 2024 è negativa. Alcuni vedono davvero buio (soprattutto nell’immobiliare), mediamente buio nell’industria e settori correlati, mentre sono ancora rintontiti dai soldi che hanno guadagnato servizi alla persona, sanità e venditori di fumo vari e sono convinti che il gioco vada avanti all’infinito.

Per quanto riguarda l’immobiliare basta leggere gli articoli de Il Sole 24 Ore: prezzi stabili e volumi delle compravendite in calo devastante (-13% nel 2023 e in calo di nuovo nel 2024). Ma sappiamo che gli operatori del mercato immobiliare prevedono il futuro con lo specchietto retrovisore e quindi ci aspettiamo il peggio almeno per il 2024.

E’ evidente che il mercato azionario sta davvero iniziando a scricchiolare perché al di là degli indici che ancora reggono o che francamente non spaventano al ribasso come l’SP500 (vedi ultimo video-editoriale) le singole azioni italiane sono un disastro.

Anche oggi per l’ennesima volta ho scorso il listino azionario italiano titolo per titolo e non c’è nemmeno una azione che si possa raccomandare. Se questo è inizio di un ribasso (mini-ribasso) che senso ha comprare ora e non aspettare momenti migliori (più in basso) ?

Al di là di ogni bla bla bla cercherò ora di illustrare i diversi punti dolenti dell’attuale situazione per cui anche senza saper leggere e scrivere come il sottoscritto possiate fare il conto: il primo grafico vi dice che i tassi di interesse USA a 10 e 30 anni sono arrivati allo stesso punto in cui erano nel 2008 e diciamo che allora non era una bella situazione. Oggi ancora non lo sappiamo ma il presagio non è buono.

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I bond trentennali americani hanno lasciato sul tappeto ben il 50% dal 2014 ad oggi come riporta questo grafico e sicuramente anche gli investitori italiani non si sono divertiti con i BTP. Pensiamo con compassione ai risparmiatori che hanno sottoscritto il BTP Futura, emesso 3 anni fa con l’illusione pubblicitaria del “il Titolo di Stato che sostiene l’Italia di oggi, pensando al domani” con scadenza aprile 2037 (IT0005442097) che ha toccato il minimo storico e prezza oggi circa 65 centesimi. Chi l’ha sottoscritto oggi infatti è in negativo di circa il 33% pur comprendendo nel calcolo le cedole percepite. Il prossimo mercoledì 29 novembre ore 19.30 sarò a Bologna in un evento interamente dedicato alla selezione automatica dei migliori titoli sui mercati finanziari: per saperne di più clicca qui.

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Il prossimo mercoledì 29 novembre ore 19.30 sarò a Bologna in un evento interamente dedicato alla selezione automatica dei migliori titoli sui mercati finanziari: per saperne di più clicca qui

Poi se vogliamo guardare ad alcuni indicatori macro USA senza cadere in quelli che tutti guardano e che tutti sappiamo a memoria eccovi la spesa dei consumatori sia nei centri commerciali (blu) e quella con carta di credito (rossa): per la rima volta quella rossa sta toccando un minimo.

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Se guardiamo invece ai risparmi USA, quei risparmi che si erano accumulati durante il periodo COVID grazie alle politiche di stimolo fiscale e a risparmi indotti dal lockdown, nell’80% inferiore delle famiglie sono tutti terminati e anzi sono diventati negativi

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Ed infine ciliegina sulla torta quanti operai saranno licenziati nel 2023 giusto per fare un paragone con le crisi precedenti:

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Quale morale trarre ? Tomasini è diventato ribassista ? Come ho scritto precedentemente per il momento abbiamo segnali ribassisti di breve periodo tali per cui non muore nessuno se perdiamo il 5% o il 10%. E questo perché l’indicatore degli indicatori ovvero il premio per il rischio, che è quel rendimento che serve a convincere gli investitori ad investire in attività rischiose (azioni) piuttosto che in titoli di stato free risk sta per toccare un livello mai visto negli ultimi 20 anni e misure similari su intervalli più brevi

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Il mio dubbio o speranza è che se questo è il picco del ciclo e anche il picco dei tassi (diciamo da qui alla fine dell’anno) più notizie negative arriveranno più le banche centrali usciranno dal umore anti inflattivo e prima i tassi inizieranno a scendere.

Il prossimo mercoledì 29 novembre ore 19.30 sarò a Bologna in un evento interamente dedicato alla selezione automatica dei migliori titoli sui mercati finanziari: per saperne di più clicca qui

Io di macroeconomia ne capisco poco ma so una cosa: che quando è il buio più impenetrabile l’alba è vicina.

E gridare al lupo quando le pecore sono scappate dall’ovile non mi sembra una cosa intelligente.

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